Raffaele Cutolo, "Don Raffaè" di Fabrizio De André ispirata a lui: storia e significato della canzone

Raffaele Cutolo, "Don Raffè" di Fabrizio De André ispirata a lui: storia e significato della canzone
Raffaele Cutolo, "Don Raffè" di Fabrizio De André ispirata a lui: storia e significato della canzone
di Alessio Esposito
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Giovedì 18 Febbraio 2021, 11:54

Raffaele Cutolo è morto. Il boss di camorra, al 41 bis nel carcere di Parma, aveva 79 anni. La canzone "Don Raffaè" di Fabrizio De André è ispirata alla sua figura, utilizzata dal cantautore come metafora dell'influenza della criminalità organizzata sullo Stato. Il brano, scritto da De André con Massimo Bubola e Mauro Pagani per la musica, venne inserito nell'album "Le nuvole" del 1990. Il protagonista della canzone, tuttavia, non è il boss ma l'agente di polizia penitenziaria Pasquale Cafiero, che con il detenuto Don Raffaè ama chiacchierare e bere il caffè «che sulo a Napule sanno fa» (che solo a Napoli sanno fare). 

Morto Raffaele Cutolo, l'ex boss fondatore nella Nuova camorra organizzata: aveva 79 anni

La canzone descrive uno scenario "al contrario", in cui l'agente chiede favori al detenuto (dinamica, evidentemente, non troppo inusuale nelle carceri dell'epoca). Cafiero chiede a Don Raffaè un cappotto per un matrimonio, un posto di lavoro per il fratello, adoperando "captatio benevolentiae" nei confronti del detenuto, per cui sembra nutrire un grande rispetto, «un uomo geniale che parla co' mme». Un rapporto clientelare che, nelle intenzioni del cantautore, rappresentava le stesse dinamiche di potere esistenti fra criminalità organizzata e Stato nell'Italia dell'epoca.

Cutolo, dopo aver ascoltato la canzone, si riconobbe a tal punto da volersi complimentare con De André, chiedendogli in delle lettere anche come fosse venuto a conoscenza di tali dettagli sulla sua vita in carcere.

Non è chiaro se il cantautore abbia mai risposto al boss, né se fosse davvero a conoscenza delle sue abitudini in prigione. Quello che resta è uno dei più grandi successi della musica italiana, una canzone in lingua napoletana che ha ricevuto numerose cover nel corso degli anni, in grado di essere contemporaneamente denuncia sociale e "tormentone".

 

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