Peppe Barra e la Cantata dei Pastori: lo spettacolo a Taranto

Peppe Barra e la Cantata dei Pastori: lo spettacolo a Taranto
di Anita PRETI
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 05:00

Terminata con successo la saga dell’esterofilia natalizia, dai gospel ad ogni tipo di evergreen musicale legato al tema, la riscossa del Natale canoro italiano parte questa sera dal teatro Orfeo a Taranto con “La Cantata dei pastori” messa in scena da Peppe Barra e dai suoi.

Il viaggio di Maria e Giuseppe

La trama della rappresentazione è incentrata sul viaggio di Maria e Giuseppe, insidiati dai Diavoli e sorretti dagli Angeli (compreso “l’arcangelo Gabriello”), verso Betlemme, terra sacra dell’odierna Cisgiordania. Intorno ci sono tutti gli abitanti del luogo, povera gente già animata dall’intento dell’Adorazione, e due soggetti curiosi: Razzullo, tranquillo burocrate dell’epoca incaricato del censimento, e il gaglioffo Sarchiapone che troverà nell’amore pandemico il perdono per i suoi tanti peccati. 

Se “La Cantata dei pastori” fosse uno spettacolo cinematografico, l’Italia, ora che non esistono più i flani sui giornali e le affissioni dei manifesti, sarebbe invasa dai trailer che bombardano i mezzi di comunicazione; se fosse uno spettacolo circense si sentirebbero rullare i tamburi.

E ad un qualsiasi imbonitore toccherebbe il classico dire: signore e signori…

Un dire che si sente nell’aria, perché questa è la sera di una grande occasione: è quasi mezzo secolo che Peppe Barra lavora intorno alla Cantata, riscrivendola, aggiornandola (perché sembra un libro aperto, con molte pagine bianche sulle quali depositare l’interazione, sera dopo sera, con gli spettatori) ed è un tempo quasi simile quello che intercorre fra il presente e il primo debutto tarantino de “La Cantata dei pastori”, caposaldo del teatro napoletano, monumento del teatro italiano. In quell’occasione sulle stesse tavole di palcoscenico che verranno calcate questa sera dalla compagnia di Barra, si muovevano Peppe e sua madre, la grande e indimenticabile Concetta, e la regia era di Roberto De Simone

La più bella favola del mondo

Oggi “La Cantata”, nella nuova edizione, ricompone il sodalizio fra Barra e Lamberto Lambertini che cura la regia di quest’opera canora e comica che il magistrale attore napoletano definisce “la più bella favola del mondo”. Perché tale poi è in effetti la nascita del Bambinello. Quando i dinamici proprietari dell’Orfeo e responsabili della direzione artistica, Adriano e Luciano Di Giorgio, hanno scelto come slogan per la stagione che andava ad iniziare la frase “I più grandi passano da qui” avrebbero dovuto correggere il tiro aggiungendo che anche i più grandi spettacoli passano da loro. Ora nessuno si aspetta piume lustrini ed effetti speciali per uno spettacolo che ha per tema la Natività e che, rappresentato a Napoli per tradizione la sera del 24 dicembre, veleggia attraverso i secoli fin dal 1698 quando il gesuita Andrea Perrucci, firmandosi Ruggiero Casimiro Ugone, volle accontentare il suo ambiente opponendo una cantata sacra alla dilagante pornografia verbale degli spettacoli coevi e profani. Ma anche la Cantata sfuggì ben presto agli intenti e divenne un’opera comica, pur non tralasciando l’ispirazione sacra. 

Tra le tante edizioni, che hanno sempre avuto al centro come motore Peppe Barra, non va dimenticata quella del 1974 (trasmessa tre anni dopo dalla Rai) con i Barra affiancati da Mario Merola, Isa Danieli, Fausta Vetere e la Nuova compagnia di canto popolare, la seconda culla del talento di Peppe. La prima è casa sua, tra le braccia di Concetta, la più illustre procidana (l’isola è stata eletta capitale italiana della cultura per l’anno entrante) che gli ha trasmesso l’amore per il teatro. E il senso dell’emozione e della commozione che questo mestiere comporta. Una riprova quando si leveranno sul finale della Cantata le note di “Quanno nascette Ninno a Betlemme”, il canto di sant’Alfonso Maria de Liguori. E fu quella, la sera del miracolo, che “maje le stelle lustre e belle se vedetteno accossì”.

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