In un momento in cui il tema dei migranti ha riguadagnato la sua centralità, anche il cinema moltiplica le sue visioni del fenomeno offrendone narrazioni meno scontate e più riflessive.
Girato tre anni fa, ma arrivato alla distribuzione solo dopo varie peripezie (e dopo i premi al Giffoni e al festival di Montreal dove ha sbancato la concorrenza della major), il nuovo film di Alessandro Valenti è nelle sale dall’11 settembre e questa sera alle 20 (ingresso euro 7,50 al botteghino - 6,50 online - 5,50 ridotto over 60 e under 25) sarà proiettato al Db D’Essai di Lecce.
Interpretato da Iaia Forte, Mama Fatou Mbaye, Fallou Mbaye e Nicola Rignanes, “Oltre il confine” è scritto e diretto dal regista leccese Alessandro Valenti, che negli ultimi anni ha affinato ancora la sua poetica, accostandosi a un tema cruciale della politica italiana e internazionale mantenendo come unico punti di vista quello dei diretti interessati, in questo caso due bambini.
Oltre il confine racconta la migrazione attraverso gli occhi di due bambini africani, Bekisisa che ha dodici anni e una voce magica che incanta gli animali, e il suo fratellino Eno che di anni ne ha sei, e sogna di avere la maglia di Mané, il grande calciatore senegalese che ha fatto la storia del Liverpool e ora si è trasferito a giocare in Arabia Saudita.
La storia con gli occhi dei più piccoli
Soli, i due fratellini lasciano la loro terra, dopo aver subito lutti e perdite, raggiungendo l’Italia, dove la realtà che li attende sarà ben diversa da quella immaginata. Avventure, vicissitudini e pericoli, ma anche un grande legame che li unisce. Insieme ad altri bambini saranno alla ricerca di un futuro migliore. “Oltre il confine”, che riscuote molto successo nel pubblico di piccoli e famiglie, ha già ottenuto riscontri positivi dalla critica, partecipando a importanti festival del settore come Giffoni Film Festival 2022 (selezionato anche per la proiezione in Croazia e Polonia) e Sotto18 Torino Film Festiva, ed è stato premiato al Montréal Film Festival (miglior film) e al Bridge of Peace Festival (miglior Opera Prima).
«Quello che ho cercato di fare è raccontare il punto di vista dei bambini, che vivono questa esperienza del viaggio in modo molto particolare. Io ho insegnato italiano ai bambini che arrivavano e ho visto che sono in grado di distruggere il dolore con la fantasia, trasformando le difficoltà in avventura. La sfida per me era raccontare la storia attraverso questo punto di vista».
Valenti: ci sono storie che ti inseguono
La cifra scelta dal regista leccese è dunque quella della fiaba. Per alcuni Oltre il confine si pone come ideale controcanto al film Io Capitano, di Matteo Garrone, che dopo aver vinto alla Mostra di Venezia il Leone d’argento per la regia, porterà l’Italia agli Oscar 2024. I film, che condividono tematica e montatore, sono infatti in sala in contemporanea ma appaiono in qualche modo complementari: non solo perché Valenti si concentra sull’arrivo più che sulla traversata. Ma perché sceglie di affrontare il tema della migrazione pensando ai tanti minori soli che raggiungono l’Europa dove si trovano senza nessuno. «Ci sono storie – racconta Valenti - che devono essere raccontate perché altrimenti ti perseguitano. La storia dei bambini migranti mi segue da molto tempo da quando ho guardato negli occhi un bambino che ha attraversato un intero continente per arrivare qui davanti a me e da allora per me raccontare questa storia non è importante ma necessario, necessario per combattere quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ti colpisce e non va più via se non fai attenzione. Se non ti alleni a guardare il mondo senza vivere dentro la prigione di te stesso. Allargare il proprio sguardo. Sentirsi parte del mondo e per questo voler contribuire a narrarlo».
Alessandro Valenti è co-fondatore di Scirocco Filmsvè produttore della pellicola insieme ad Angelo Laudisa con Rai Cinema, in coproduzione con la società francese Rosebud Entertainment Pictures in associazione con Arte Cofinova, con il contributo di Apulia Film Commission. L’autore collabora da sempre con Edoardo Winspeare con cui ha scritto anche l’ultimo film in lavorazione del regista di Depressa. La proiezione di questa sera sarà preceduta da un incontro con Alessandro Valenti e il cast, il produttore Angelo Laudisa, Paola Rizzo della Scirocco films, il compositore e autore della colonna sonora Gabriele Rampino, Simona Abate della Casa della carità e Stefania Gualtieri della Fondazione Emmanuel. Proprio la Fondazione proporrà anche il breve intervento “Il cerchio della vita”, ispirato dal musical Re Leone con la partecipazione di dodici operatori volontari e ragazzi dei servizi di accoglienza residenziale per rifugiati e richiedenti asilo e protezione internazionale, partecipanti ai laboratori sul linguaggio del corpo a cura di Stefania Mariano.
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