Teatro: Tebe, l’Odin, l’archivio “vivente” da oggi ai Cantieri Koreja

Teatro: Tebe, l’Odin, l’archivio “vivente” da oggi ai Cantieri Koreja
di Eraldo MARTUCCI
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:09

La leggenda di Edipo, che offrì la materia ai più grandi autori greci che ne trassero capolavori sempiterni (su tutti l’“Edipo Re” di Sofocle), è forse la più tragica del teatro universale: il figlio inconsapevole che uccide il padre e sposa la madre generando nuovi figli. E proprio ispirandosi ad alcune parti del ciclo edipico il grande Eugenio Barba chiude la sessantennale straordinaria avventura dell’Odin Teatret, da lui fondato nel 1964 a Oslo, in Norvegia, prima di spostare definitivamente la residenza della compagnia a Holstebro, in Danimarca. E per farlo ha scelto la sua terra, il Salento. Saranno infatti i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce (luogo da lui sempre prediletto) ad ospitare l’ultimo suo spettacolo, “Tebe, al tempo della febbre gialla”, in programma da oggi a dopodomani con inizio alle 20.45 (biglietti disponibili su Vivaticket e al botteghino). In scena Kai Bredholt, Roberta Carreri, Donald Kitt, Iben Nagel Rasmussen e Julia Varley. 

Il Living Archive Floating Islands nell'ex Convitto Palmieri

Non basta, però, perché Barba (86 anni il prossimo 29 ottobre) ha anche donato la sua biblioteca personale - comprendente pure le testimonianze dell’attività dell’Odin e del Terzo Teatro - alla Regione Puglia che custodirà con il Polo Biblio Museale di Lecce questo prezioso “Living Archive Floating Islands” negli spazi dell’ex Convitto Palmieri a partire dal prossimo 13 ottobre.

Sarà un archivio-mostra-installazione interattivo che ospiterà e consentirà lo studio di centinaia di materiali e strutture: libri, documenti, video, film, set e oggetti inseriti in una cornice ludica fantasiosa. 

In attesa dell’apertura della mostra, il 10, 11, e 12 ottobre tre attrici dell’Odin, Iben Nagel Rasmussen, Else Marie Ludvik e Julia Varley, faranno sempre ai Koreja tre dimostrazioni di lavoro intitolate rispettivamente “Bianca come il gelsomino”, “I miei bambini di scena” e “Il tappeto volante”.

Lo spettacolo ai Cantieri Koreja

Si parte dunque oggi con lo spettacolo ai Cantieri Koreja, la cui trama è ambientata il giorno dopo la fine della battaglia tra i suoi due figli per il dominio di Tebe. La ribelle Antigone è stata punita per aver profanato la legge della città e le famiglie seppelliscono i loro morti. Creonte e Tiresia ordiscono la pace ma la Sfinge e la peste sono in agguato.

«A volte - racconta Eugenio Barba - ho la sensazione che un sottile muro di aria separi il mondo in cui mi muovo da un mondo che mi sta accanto. Uno spasmo della memoria o un cambio di coscienza mi trasportano inaspettatamente in un’altra realtà. Basta un nome, un’immagine, un suono. Il sottile muro si dissolve e io scivolo nel mondo che costeggia quello in cui mi muovo. Lì figure note e ignote si avvicinano e mi raccontano storie che conosco bene rivelando, però, dettagli segreti o fornendo spiegazioni impensate. Insinuano nelle mie mani un’elemosina inaspettata: frammenti di una conoscenza rinnovata. Questa dissociazione mi accompagna da quando avevo nove anni e vidi morire mio padre. Questa realtà parallela è pronta ad accogliermi per confortarmi o esaltarmi. Il mio mestiere di regista ha dato una giustificazione a questa ubiquità». 

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