Taranta al femminile, la Consoli chiama Elisa e Nada

Carmen Consoli
Carmen Consoli
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Martedì 5 Aprile 2016, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:39

L'indiscrezione è confermata: all'ufficialità manca ormai solo la firma e poi Carmen Consoli, la “Cantantessa”  sarà ufficialmente il primo maestro concertatore donna della “Notte della Taranta”.
Dopo l'esperienza di Phil Manzanera e della lunga sfilza di nomi illustri che lo hanno preceduto, da Ludovico Einaudi a Goran Bregovic, Giovanni Sollima e Mauro Pagani e così via, il nome di Carmen Consoli è una novità assoluta sullo scenario del festival salentino e ha già attirato su di sé l'attenzione generale, per molti motivi.
Al compimento del suo diciannovesimo anno di età, infatti, il festival ha voluto imprimere una nuova svolta: questa volta - la prima in assoluto - puntando su una donna ma anche su una musicista che ha dimostrato di saper accordare la sua sensibilità artistica tanto alla musica d'autore, quanto al pop, nonché alla ricerca popolare, che l'ha anche vista impegnata in veste di produttrice. Non essendoci ancora l'ufficilalità della firma, alla  Fondazione "Notte della Taranta" le bocche restano cucite, ma da alcune indiscrezioni sembra che la Consoli porterà con sé altre due signore della musica: Elisa, attualmente impegnata in "Amici",  e Nada, cantante da sempre incline alle sperimentazioni artistiche. Si fa anche il nome di un'altra cantante, americana, che chiuderebbe il quartetto.

Carmen Consoli ha infatti ampiamente esplorato da studiosa le tradizioni musicali della sua terra e del Mezzogiorno in generale.  Nelle ultime apparizioni live, d'altronde, si è fatta accompagnare anche da una tamburellista.
Come se non bastasse, la “cantantessa” è un'icona del Sud, una figura che non rinuncia alla sua personalità e proprio partendo da questa conquista l'ampio pubblico, un po' come è successo alla Taranta.
Per Carmen Consoli quello al concertone, che si terrà a Melpignano il 27 agosto, sarà in realtà un ritorno, visto che fu tra gli ospiti nel 2006 e si cimentò con un pezzo in grico, una vera prova d'autore molto più complessa del dialetto salentino, con cui una catanese non avrebbe alcun problema, visto che suoni e costruzioni delle due lingue sono in realta per molti versi sovrapponibili.
 

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