A Sanremo 2020 il monologo di Tiziano Ferro sui 40 anni: «La felicità non è un privilegio, è un diritto»

Tiziano Ferro, monologo alla finale di Sanremo: «Ho 40 anni, nessuno è sbagliato»
Tiziano Ferro, monologo alla finale di Sanremo: «Ho 40 anni, nessuno è sbagliato»
3 Minuti di Lettura
Sabato 8 Febbraio 2020, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 00:39

Tiziano Ferro, monologo sui 40 anni alla finale di Sanremo. «Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai». È dedicato ai 40 anni - che compirà tra pochi giorni, il 21 febbraio - il monologo con cui Tiziano Ferro introduce il brano 'Alla mia età', prima di eseguire un medley di tre suoi più grandi successi: 'Non me lo so spiegarè, 'Ed ero contentissimo' e 'Per dirti ciao'.

Sanremo 2020, le pagelle delle finalissima: tutti i voti
 

 

IL COMPLEANNO

«Tra due settimane compio 40 anni - ha detto il cantante di Latina sul palco - A 40 anni, per la prima volta ho sognato Dio. Aveva il viso di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo. A 40 anni, ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male. Dove l'arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma». Poi un cenno ai genitori e all'amore: «A 40 anni ho imparato che non bisogna negarsi all'amore del padre e della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L'amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza. Basta ascoltare. A 40 anni so che nessuno può vedere quanto è bello l'amore se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato», dice Tiziano.



LA FELICITA'

«Ci ho messo 40 anni, ma adesso so che il brutto tempo non esiste. È tutto un susseguirsi di stagioni. Solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto. A 40 anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E grazie a loro curo le ferite che arriveranno. Ho 40 anni e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire». Perché, prosegue Tiziano, «subire non è una disgrazia, è una scelta. E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli». E conclude: «Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980». Ovvero, il giorno del suo compleanno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA