Renato Zero contro l'erede Achille Lauro: «Io con le piume non ero un clown»

Renato Zero contro l'erede Achille Lauro: «Io con le piume non ero un clown»
di Mattia Marzi
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Giovedì 24 Settembre 2020, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Torna Renato Zero e lo fa con il furore e la passione che da sempre lo vedono raccontare le sue nuove mosse. Il Re dei Sorcini compirà 70 anni il prossimo martedì, 30 settembre, e per l'occasione si regala - e regala ai suoi fan - un ambizioso progetto discografico, Zerosettanta, articolato in ben tre dischi di inediti. Il primo volume della trilogia uscirà proprio nel giorno del suo compleanno, il secondo a fine ottobre, il terzo a fine novembre. Un totale di 40 canzoni per dimostrare di essere più ispirato che mai, per prendersi gioco dei meccanismi dell'industria e del mercato (non manca di puntare il dito contro la discografia e le radio, ree - queste ultime - di non passare i suoi pezzi) e per far sapere - tra le righe - ai potenziali eredi che non è ancora arrivato il momento della successione.

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L'EREDE
A partire da Achille Lauro, che negli ultimi tempi è stato più volte accostato al Renato Zero degli esordi, quantomeno nel look, nel modo di porsi e nell'attitudine da «trasformista per vocazione» (per citare uno dei successi del cantautore romano), dai costumi indossati durante i concerti (tutine attillate, ali piumate e abitini con pailettes) alle passerelle sanremesi dello scorso febbraio: «Io con le piume non giocavo a fare il clown. Cantavo storie di pedofilia e le problematiche della gente di periferia, delle borgate, di chi veniva emarginato in tutti i sensi. E quindi credo che questa distinzione sia già di per sé utile. Io, che sono stato giudicato fino a stamattina, non posso certo permettermi di giudicare un altro artista. Amo tutti quelli che vogliono fare questo lavoro, a condizione che sappiano che la gente non va presa per il culo», riflette Zero.
 
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IL TESTO
Achille Lauro, irraggiungibile a voce, dal suo ufficio stampa - che è lo stesso di Zero - fa filtrare in serata un testo in cui riconosce che è «anche grazie a Renato Zero che quello che faccio oggi è così apprezzato dalle generazioni più grandi. Sono cresciuto con il manifesto di libertà di Il triangolo, no come tutti i miei coetanei ma ancora di più sono rimasto folgorato nel rivedere l'esibizione quasi metafisica di Spalle al muro al Festival di Sanremo del 91. Un brano profondo, struggente, uno dei pochi brani italiani che riesce a metterti davanti al vero significato di fare i conti con il tempo che passa». Capito che replica, Achille?
Renato, poi, spara a zero un po' su tutti. Ce l'ha con le radio perché non passano a dovere le sue nuove canzoni (in effetti L'angelo ferito, il primo singolo estratto dall'album che inaugura la trilogia, uscito lo scorso venerdì, non è neppure tra le prime 40 canzoni italiane più trasmesse della settimana secondo le rilevazioni di RadioAirplay): «Quando uno come me a 70 anni si permette di fare un'operazione del genere ha il diritto di essere omaggiato dalle radio per tutto il lavoro svolto. Se poi le mie canzoni, frutto di lavoro e di fatica, non piaceranno, si farà presto a togliere i dischi. Ma restituiamo al pubblico la possibilità di scegliere, al di là delle spinte delle major. Abbiamo visto i nostri De André, Guccini e Lauzi essere abbandonati, perché le radio hanno perso l'abitudine di dimostrare che questo paese ha cantato molto alto. L'immondizia lasciatela agli americani o agli inglesi: nel loro paese trattano solo musica di altissima qualità e a noi mandano lo spezzatino».

I PRODOTTI
Ce l'ha con la discografia che non investe sui veri talenti, ma solo su prodotti usa e getta, e ribadisce la sua indipendenza: «Risale alla notte dei tempi, a quando fondai Zerolandia», dice, citando l'etichetta aperta nel 78 per autoprodursi, dopo i primi successi, «quella fu la mia prima espressione di libertà e di autonomia». E ancora, parlando sempre di discografici e radiofonici: «Io lascerò la scena molto prima di quanto questi signori immaginano. Non avranno altre rotture da parte mia. Ma è giusto ricordargli che gli artisti vanno accarezzati e difesi».

I PALCHI
Per celebrare i 70 anni sui palchi Zero dovrà aspettare: «Non voglio che ai miei concerti assistano solo 1.500 paganti e altri 20mila restino fuori. Questi 70 anni li voglio celebrare sui palchi a pieno regime». Intanto il 29 settembre su Canale 5 andrà in onda uno speciale con le immagini dei due concerti al Forum di Assago di Milano dello scorso gennaio, tra le date conclusive dell'ultima tournée, con i contributi di amici come Anna Foglietta, Sabrina Ferilli, Giancarlo Giannini e Serena Autieri.

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