Alessandro Martire: «La mia musica d'alta quota e il mio nuovo singolo "Aria"»

Alessandro Martire: «La mia musica d'alta quota e il singolo "Aria" per le Olimpiadi di Cortina»
Alessandro Martire: «La mia musica d'alta quota e il singolo "Aria" per le Olimpiadi di Cortina»
di Rita Vecchio
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Giovedì 1 Aprile 2021, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 09:52

Alessandro Martire in alta quota. Il pianista compositore che ha appena partecipato alla presentazione del logo dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, è inarrestabile: un nuovo singolo appena uscito, Aria, e una musica minimalista e pop. 


«È stato emozionante suonare sotto le Cinque Torri - racconta emozionato - e sono contento che la mia musica venga legata allo sport». Comasco, classe 1992, una laurea in Scienze Politiche indirizzo internazionale. E due grandi passioni: la composizione e il pianoforte. Con un master in musica new age e nessuno studio in Conservatorio, solo tanta dedizione su quei tasti diventati la sua piacevole ossessione tanto da fare concerti in tutto il mondo.

E in attesa di riprogrammare quelli nel deserto dell’Oman, «ho da poco suonato, con la collaborazione di National Geographic e accompagnato dalla pattinatrice Felicitas Joy Fischer, sul lago ghiacciato di Staz a St. Moritz, in Engadina (Svizzera)». 


Ma qual è il luogo più strano dove ha suonato? 
«Dentro un aereo in volo. Anche se pure il lago ghiacciato non scherza in fatto di stranezza. Il video girato in questa occasione - Ice Waves - è pubblicato su YouTube.

Il brano Heart è tratto dal mio ultimo album Share the world, uscito la scorsa primavera per Carosello Records». 


A quando il nuovo disco?
«Non so ancora. Dal 16 aprile, e per quattro venerdì, usciranno i remix di quattro miei brani firmati da 4 producer internazionali (Mathame, Havoc & Lawn, Blr e John Talabot)».


Dove inizia la sua passione? 
«Da quando mi hanno regalato una pianola. Avrò avuto 7 anni. E da lì non ha mai smesso. Chopin, Rachmaninov, Bach… ho studiato per tanto tempo musica classica. E compongo ispirandomi alla natura, a quello che vedo, a quello che sento». 


È difficile fare musica strumentale in Italia? 
«Sì. E mi piacerebbe invertire la tendenza. In tanti paesi, come in Russia, non è così».


Guarda al cinema? 
«È un mio obiettivo. Sto cercando di lanciare messaggi subliminali ai registi (ride, ndr). Morricone è stato un grande riferimento per me. Un sogno che spero di realizzare».

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