Neffa: «Con "AmarAmmore" finalmente canto in napoletano, il mio omaggio a mamma e papà». Nel nuovo album anche Rocco Hunt, Cori e Coez

Neffa: «Con "AmarAmmore" finalmente canto in napoletano, il mio omaggio a mamma e papà». Nel nuovo album anche Rocco Hunt, Cori e Coez
Neffa: «Con "AmarAmmore" finalmente canto in napoletano, il mio omaggio a mamma e papà». Nel nuovo album anche Rocco Hunt, Cori e Coez
di Rita Vecchio
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Venerdì 2 Aprile 2021, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 09:08

Uno sguardo alla cultura napoletana, un altro alle sue origini. Questo è AmarAmmore, l’anima elegante di Neffa. L’album dell’artista camaleontico - con successi da La mia signorina a Prima di andare via al brano per il film Saturno contro di Özpetek - esce oggi per Sony Numero Uno, ricordo dell’etichetta fondata da Giulio e Mariano Repetti (Mogol) e Alessandro Colombini nel 1969. «Un lavoro pieno di eccitazione e di uno stato d’animo posseduto da forze creative - lo definisce - che mi ha guidato naturalmente». Ed è un omaggio a «quello da cui tutto è nato».  

Non a caso, lo dedica a Peppe e a Gioggiò. 

A mio padre e a mia madre. E a quel treno Napoli-Salerno che galeotto fu. Due stelle allineate, come questo disco che nel vinile ha la copertina con l’immagine di uno dei quadri (il mio preferito) di mio padre.

Per questo canta in “dialetto”?

Totò, Pino Daniele, Carosone, Murolo, Bennato,… Sono le mie radici (mi arrabbio ancora usando   parole in napoletano), ma la cultura napoletana è nazionale. Da “AmarAmmore” a “N’Abbraccio”, è un disco a strati. Ci è voluto il Covid per pareggiare lo stato d’animo di serenità che ho vissuto nella creazione delle tracce.

Che tipo di amore è questo di “AmarAmmore”?

Quello che si fa senza pensare. Esalto ciò che lascia senza parole. 

Un “nuovo” Neffa?  

Sono sempre stato nuovo e vecchio.

Un artista non cambia. Un artista è un po’ specchio e un po’ camaleonte. A chi dice che non ci sono più gli artisti di una volta, rispondo che non c’è nemmeno più il pubblico di una volta. Cos'ha ancora da dire un artista dopo 6 dischi (ride, ndr)? 

Qui ha tanto, compresi i feat. 

Non casuali. Con Rocco Hunt è collaborazione collaudata. Con Livio Cori, “Nn’ è Cagnato Niente”, brano dalle sonorità americane, è nato in poche ore. E poi Coez: a presentarmelo è stato il produttore TY1, uno dei pochi che sa di Johnny Favorite, ovvero del mio alter ego di quando, dopo “Sognando contromano”, ho cantato in inglese e con autotune.

Cosa rimane oggi del rap di allora?

Non saprei. Devi catturare il pubblico per diventare un “rich singer”. Ai miei tempi, però, non si facevano i soldi (ride, ndr).

Neffa e Sanremo? 

Una relazione che deve ancora essere coronata da lieto fine. Le due partecipazioni erano come passi incerti in una gara di salto in lungo. E l’ultimo, nella serata cover con Noemi, i problemi tecnici. 

Dopo “AmarAmmore”? 

Mi piacerebbe tornare a scrivere per il cinema o fare un disco di duetti con amici. Quando lo farò, sarà perché ho qualcosa da dire: io preferisco l’arte libera che quella prigioniera, legata a strategie. “Resistenza” era l’album in cui avevo messo un "punto". In questo, metto "un due punti". E continuo a scrivere. 

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