Sal Da Vinci, il nuovo disco e il suo erede: «Mio nipote Salvatore, che canta sempre quando sono al piano. Siamo gocce di mare»

sal da vinci_salvatore michael sorrentino
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di Mario Fabbroni
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Venerdì 17 Settembre 2021, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 17:22

«Sono finito subito nella Top 10 di iTunes. Altro che venerdì 17... Non potrei essere più felice, dopo tutto questo brutto periodo». 


Sal Da Vinci, storica voce melodica della canzone italiana “made in Naples”, da poche ore ha messo in Rete il suo nuovo lavoro discografico, “Siamo gocce di mare”: 15 brani inediti che sono 15 storie di vita. 
«Credo sia il mio album più intimo, oserei dire quasi uno spaccato di verità quotidiana in cui ognuno può riconoscersi». 


I fans sembra abbiano subito gradito...
«Una cosa pazzesca. C’è chi mi ha già postato foto di grande commozione mentre ascolta le canzoni. Qualcuno ha addirittura pianto, segno che i buoni sentimenti hanno ancora un posto importante». 


Il romanticismo musicale insomma non passa di moda? 
«Da sempre mi attraggono quegli artisti che arrivano dritti al cuore della gente. Ci sarà un motivo per cui Frank Sinatra o Tony Bennett sono intramontabili. Per non parlare di Renato Carosone oppure Renato Zero».

 
Già, proprio Renato Zero ti ha “regalato” il titolo dell’album. 
«Insieme a questa dedica scritta: “Le tue sane radici, mi conforta sapere, che sono ancora presenti ed intatte. E Napoli, grazie anche a te, mi giunge ancora, così fragrante ed irresistibile!”»


Il tuo preferito resta Pino Daniele?
«Si. è il musicista che mi appassiona da sempre per il modo originalissimo in cui ha portato la “taranta” nel blues». 


Il singolo estratto dall’album si chiama “L’altra verità”: quali altre canzoni sono, diciamo, speciali? 
«”Arriverà l’amore” è stata scritta per mia figlia Annachiara, che ha avuto un periodo tremendo per una delusione d’amore: ma l’anno prossimo si sposa, quindi la canzone ha avuto effetto». 


Poi? 
«Nun cerco niente cchiù”, c’è la voce di mio nipote Salvatore che sarà il mio erede.

Si fionda sul palco insieme a me, canta quando suono il piano. Ha 3 anni. E poi si chiama come me: Salvatore Michael Sorrentino». 


Anche tuo padre era un grande interprete.
«Mario Da Vinci, cantante e attore. Mi ha fatto debuttare a teatro quando avevo solo 7 anni». 


In teatro tutti ricordano che eri protagonista in “C’era una volta... Scugnizzi”, di Claudio Mattone ed Enrico Vaime. Quando torni al musical?


«Dal 2 dicembre al 14 febbraio, sarà tutti i giorni in scena al Teatro Cilea di Napoli nello spettacolo “La fabbrica dei sogni”: abbiamo 12mila biglietti già venduti durante il periodo clou della pandemia, ma aspetto tutti». 


Intanto la festa per il nuovo disco, con un concerto live che si terrà domenica 19 settembre all’ex Nato di Bagnoli, a Napoli, è andata subito sold out.
«Millecinquecento posti erano il massimo possibile in tempi di restrizioni anti Covid. I fortunati vedranno uno spettacolo in cui non mi sono fatto mancare niente: 40 orchestrali, decine di ballerini e il Maestro Adriano Pennino che mi accompagna da sempre, anche in quest’ultimo album». 


Il 2021 si chiuderà con quest’unica data?
«Si, ma a Natale faccio un disco in vinile, così i fans potranno regalarlo a chi amano. Ci saranno altre 4 canzoni inedite».  

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