Mina, Italian Songbook: antologia a puntate di una strepitosa carriera. Con Orione e Cassiopea, 28 canzoni e 2 inediti

Mina, Italian Songbook: antologia a puntate di una strepitosa carriera. Con Orione e Cassiopea, 28 canzoni e 2 inediti
Mina, Italian Songbook: antologia a puntate di una strepitosa carriera. Con Orione e Cassiopea, 28 canzoni e 2 inediti
di Totò Rizzo
3 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Novembre 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 08:43

«Ho un figlio di 16 anni che se dovesse andare a cercare i dischi di sua nonna non saprebbe dove trovarli», dice Massimiliano Pani, figlio di Mina. È stato anche questo spaesamento, forse, a dare l’idea, alla più amata interprete italiana, di "Italian Songbook", un progetto filologico di riscoperta di alcune tra le canzoni che la «Tigre» ha inciso in 60 anni di carriera (1400 per 80 album). 


Perché nonna e nipote si scambiano musica, lei gli fa ascoltare standard famosi, lui ardite novità di cui, si sa, Mina è curiosissima («per ora la intriga un flamenquero crossover»). La collana andrà avanti per anni, i primi due volumi, "Cassiopea" e" Orione", da oggi sono pietanza ghiotta per “miniani” e non, 28 brani editi più 2 canzoni da lei mai interpretate, scelte per nulla banali e nemmeno casuali in quel loro parlare di esistenze e amori di poetico disincanto: "Un tempo piccolo" di Franco Califano (già suonata dai Tiromancino) e "Nel cielo dei bars" che Fred Buscaglione non riuscì a vedere edita perché tradito dal sonno sulla sua Ford Thunderbird. Copertine, una blu e l’altra rossa (alla maniera dei greatest hits dei Beatles post-divorzio) con la Mina-icona di Mauro Balletti, speculare, di profilo e con treccia, e il gioco è fatto.


Selezione complessa ma liberissima essendo Mina produttrice di se stessa: «Non ha mai amato il marketing – assicura Massimiliano, da decenni tra i suoi più fidati collaboratori – accanto ai suoi successi ha messo pezzi considerati a torto “minori”: come sempre, ha fatto quel che le andava di fare».

Sono stati “ritoccati” solo cinque brani i cui arrangiamenti apparivano datati. Lei conferma le qualità di un’artista che non si è mai cullata nella comfort zone della propria vocalità, zigzagando tra assolute vette d’acuto e tonalità sommesse, sussurrate, che le piacciono assai tanto più ora che tutti cantano che nemmeno lei quand’era «urlatrice» e non frequentano il «piano» né il «pianissimo».

 
Nei primi due album di "Italian Songbook" ce n’è per tutti: "La lontananza" in soffusa beguine, il jazz club per "Fortissimo" e "Che m’importa del mondo", la dance e l’eros d’annata di "Con te sarà diverso" e "L’importante è finire", il r’n’b di "Ricominciamo", l’intimismo di Faletti ("Compagna di viaggio") e di Aldo Donati ("Canzoni stonate"). Di tutto e di più: c’è Mina, insomma, «Minona nostra – come diceva Sordi a "Studio Uno" – ’na fagottata de roba». 


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