La Scala, il baritono Luca Salsi nella Tosca di Puccini: «Vi presento il mio Barone Scarpia»

La Scala, il baritono Luca Salsi: «Vi presento il mio crudele Barone Scarpia»
La Scala, il baritono Luca Salsi: «Vi presento il mio crudele Barone Scarpia»
di Rita Vecchio
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Martedì 3 Dicembre 2019, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 00:26

Ruffiano, disonesto, elegante. Un perverso all’italiana, lo hanno definito. È il Barone Scarpia, il personaggio di Tosca di Puccini, opera che inaugura la Scala. A dargli voce, il baritono Luca Salsi: 44 anni e successi in tutto il mondo, interpretando tanto Verdi, tant’è che ama definirlo il suo «principale datore di lavoro». Al suo secondo 7 dicembre, tornerà in Scala con Un ballo in maschera e La Gioconda. «È un anno scaligero il mio, con 33 recite. Dice che i milanesi si stancheranno di me?». 

Non credo proprio. Come sarà il suo Scarpia?
«Crudele e irruente. Ma nobile. Lui era un barone siciliano. Bel portamento, educato, uno che parla sottovoce. Con il maestro Chailly abbiamo rispettato le note di Puccini, togliendo qualche esagerazione che la drammaticità porta a fare». 

Quanto è attuale? 
«Personaggi come lui sono sempre attuali».

Come è andata con il corteo di suore?
«Bene, non cantano però (scherza, ndr). L’idea di metterle in scena è di Livermore: metà suore e metà diavole, una in particolare sarà una specie di colf per Scarpia».

É sempre dell’idea che nei teatri il problema sono i direttori e non le voci?
«Sì. Tolti quei pochi - tra cui Muti e Chailly, Mariotti e Mehta, Gergiev - mancano i veri direttori. Oggi non c’è più la voglia di studiare, di fare prove in sala in pianoforte, di approfondire».

Ci fu clamore mediatico quando nel 2015 al MET di NY il pomeriggio sostituì Plácido Domingo in Ernani e la sera cantò nella Lucia di Lammermoor.
«Sembra che la mia carriera sia nata lì, ma giravo da anni i teatri di tutto il mondo. Fare due opere nello stesso giorno era successo anche a Roger Parker negli anni Cinquanta».

Un aneddoto divertente della prova generale?
«Scena finale. Tosca che è Anna Netrebko (con la sua straordinaria esuberanza) mi pugnala una sacco di volte. Ecco, mi sono raccomandato di fare piano e di non farmi morire in scena (ride, ndr)».

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