Eurovision, un successo per gli ucraini Kalush: «Ora si torna a combattere». E la Rai fa festa: 6,6 milioni di spettatori

Eurovision, un successo per gli ucraini Kalush: «Ora si torna a combattere». E la Rai fa festa: 6,6 milioni di spettatori
di Rita Vecchio
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Maggio 2022, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 16:22

È il peso storico che questo Eurovision Song Contest ha avuto e che avrà, quello su cui dovremo riflettere. Assodato che gli ucraini della Kalush Orchestra portavano in gara “Stefania”, brano orecchiabile (che giocava con un mix di rap, folk, pop, dal significato “materno” e attuale), è la componente solidarietà che ha alzato il termometro dei voti delle giurie e, soprattutto, del televoto. Sventolano la bandiera della vittoria - con 631 punti, seguiti dal Regno Unito con Sam Ryder e il brano “Space Man” (466 punti) e dal terzo posto (459 punti) della provocante spagnola Chanel con ”SloMo” - i complimenti del loro presidente Zelensky («Gloria all’Ucraina») e il tweet di congratulazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen («The EU is with you»). Quella solidarietà generale che non conosce confini, peraltro diventati geopoliticamente fragili, che va oltre i codici linguistici dei Paesi. La stessa solidarietà generalizzata per cui, forse, l’organizzazione EBU (European Broadcasting Union) non ha ritenuto di procedere alla squalifica dopo l’appello sul palco di Oleh Psjuk: «Vi chiedo di aiutare l’Ucraina, Mariupol e di aiutare Azovstal adesso». L’Eurovision, nella sua natura apolitica, vieta per regolamento un qualsiasi messaggio che strumentalizzi la politica.
La risposta dei Kalush - che hanno potuto partecipare grazie a un permesso speciale e che ritorneranno nelle prossime ore in Ucraina «a combattere fino alla fine» - è stata immediata. «Se il prezzo da pagare fosse stato la squalifica, lo avremmo pagato». Una vittoria annunciata, quindi. E come una faccia biforcuta dello stesso successo, gli ucraini sarebbero stati comunque i vincitori morali. «Il video della nostra canzone? Fa vedere il nostro Paese così come è oggi, tutti devono vedere come vediamo la nostra madrepatria Ucraina», spiega Oleh Psjuk, cantante e leader della Kalush Orchestra, ospite ieri sera di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. E mentre la Sony Music Entertainment comunica che i “proventi netti” del brano saranno donati a un’associazione umanitaria, Oleh anticipa il messaggio dello stesso Zelensky su Instagram: «Faremo di tutto per ospitarvi a Mariupol, libera, tranquilla, restaurata». Ma se così non potesse essere, sarà l’EBU a decidere il Paese supplente. È quasi certo che non spetti alcun diritto di prelazione all’Italia (che con Mahmood & Blanco con “Brividi” si è classificata sesta) in qualità di ultimo Paese ospitante. Vedremo.
Intanto la Rai festeggia. Più di cinque milioni di spettatori a sera (nella finale erano 6 milioni 590 mila, share del 41,9 per cento). In questo calderone di numeri alti, si mettono anche Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, che, eseguito perfettamente il copione, dettato dai tempi dal metronomo imperturbabile dell’EBU, hanno portato a casa un eccellente risultato. La festa è finita. Ma si tornerà a parlare presto di Eurovision. C’è da scommetterci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA