Elio: «Mozart è meglio della trap, ve lo assicuro»

Nella foto Stefano Belisari, in arte Elio
Nella foto Stefano Belisari, in arte Elio
di Ferruccio Gattuso
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Mercoledì 10 Aprile 2019, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 10:01
«Mozart è meglio della trap. Venite a vedermi e ve dimostro».
Parola di Stefano Belisari, in arte Elio, che per dimostrarlo, appunto, è di scena al Teatro Menotti fino a domenica con il recital “Opera buffa! Il Flauto Magico e cento altre bagatelle”. Elio si arma di Mozart e Rossini e prova a convincere la platea, «i giovani, soprattutto», che la lirica è uno spasso.
Solo lei poteva farlo: i giovani la vedono come il fratello maggiore simpatico di cui fidarsi ciecamente: se lo dice Elio, è giusto. La lirica dunque non è una lagna?
«Macché! E lo dico perché da questo luogo comune ci sono passato anche io».
Lei però è diplomato in flauto traverso al Conservatorio...
«Appunto. La conversione risale a vent’anni fa, a Pesaro: il compositore Azio Corghi mi volle tra gli interpreti di una sua creazione al “Rossini Opera Festival”. Dovevo essere la voce pop nel cast. Conobbi un mondo di giovani appassionati, per niente snob, moderni, e per di più fan degli Elii. E poi pensai: quando Rossini compose il “Barbiere di Siviglia” aveva 24 anni. La stessa opera fu scritta da giovani».
A dividere il suo palco c’è anche il soprano Scilla Cristiano.
«Sì, faccio il narratore e cantante. Si parte dalla fiaba sul “Flauto Magico” di Vivian Lamarque e da lì si passa a Mozart; nella seconda parte io e lei facciamo un recital con Gabriele Bellu al violino, Luigi Puxeddu al violoncello e Andrea Dindo al piano».
Ci sono altre sfide professionali nel suo orizzonte?
«Uno spettacolo diretto da Giorgio Gallione tratto da “Il Grigio” di Giorgio Gaber, in autunno.
E vorrei tanto tornare con “Spamalot” dei Monty Python. Il musical è al momento la mia dimensione prediletta».
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