Edoardo Bennato, che imitazione di De Luca: «Faccio invidia a Crozza». E ne ha per tutti: Morgan, Azzolina, Salvini

ediardo bennato_armonica_chitarra_golfo_napoli
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di Mario Fabbroni
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Giovedì 19 Novembre 2020, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 15:19

Un disco che ha per copertina la prima pagina di un giornale e un titolo che è tutto un programma: "Non c'è". Edoardo Bennato ha presentato la sua ultima fatica, ben 24 brani racchiusi in un solo prodotto che esce mentre il Covid impazza e domina l'Italia. Così il cantautore napoletano, collegato dalla sua casa-studio di registrazione di Bagnoli che guarda "l'isola che non c'è" (Nisida), decide di tornare ragazzino e sparge ironia su tutto e tutti. Anzi, diventa quel ragazzino che fu rifiutato dalle case discografiche e per protesta si mise a suonare per strada fuori agli studi Rai, armato solo di chitarra e armonica. 

Allora ecco una sublime imitazione del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che farebbe invidia a Crozza. "Come si permette questo cantautore da strapazzo di giudicare me, il Governatore che vi salverà?", provoca il finto De Luca e il vero Bennato. Divertente. Al punto che Edoardo, durante la conferenza stampa digitale, pensa che De Luca sia "così grottesco che Totò sarebbe solo una sua spalla, un'ottima spalla". Tempi duri e strani quelli che stiamo vivendo. Il mondo sembra sottosopra, anzi l'Italia addirittura quella di 40 anni fa. Nell'album "Non c'è" diventa portante una canzone del 1974, che potrebbe essere stata scritta stamattina: "Bravi ragazzi". Sentitela. 
Una di notte, c'è il coprifuoco
E pensare che all'inizio sembrava quasi un gioco
Ora non c'è più tempo per pensare
Tutti dentro, chiusi ad aspettare
Ognuno ha avuto le sue razioni
Poveri e ricchi, cattivi e buoni
Ognuno ha fatto le sue preghiere
Ora si tratta solo di aspettare
Bravi, su, bravi ragazzi
Ma non è il caso di agitarsi
Bravi, su, fate i bravi ragazzi
Vedrete che poi sistemeremo tutto

E che dire di "Salviamo il salvabile"? Oppure di "Non farti cadere le braccia"? Anzi proprio da quel primo album del percorso musicale di Bennato si riparte anche oggi con "Non c'è".

Ricorda Bennato: "Fui censurato, mi dissero "Laureati, e togliti dai piedi".

Invece ho insistito e trovato a mio modo il successo. Così oggi - colpevolmente - invidio il ragazzino (raffigurato nel video a cartoni animati di Marco Pavone) che non vuole scendere a patti con gatti e volpi, mangiafuochi e grilli parlanti. Perché ho cercato e cerco il successo. Eppure si accorsero di me quando mi invitarono in un festival e presi per i fondelli l'allora Presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Interpretavo il malessere giovanile, ero contro il "Signor Censore" e l' "Imperatore" di turno. Ma la musica si scrive per farla ascoltare agli altri, come spero accada anche a questo disco".

Raffica finale. Morgan? "E' uno dei miei amici, un pazzo come me. Ci divertiamo tanto". La ministra Azzolina? "Sulla copertina di "Non c'è", una delle notizie in grande evidenza è "Il Mistero della Pubblica Istruzione". Ecco. Credo che oggi per la scuola non serva una ministra con entusiasmo ma una persona di grande esperienza. C'è in ballo il fututo dei giovani". Cosa preoccupa di più? "Il divario economico e sociale che sta scavando sempre più differenze. Il Sud dell'Italia contro il Nord, il Sud del mondo contro i Paesi più ricchi. Così si scatenano gli esodi biblici, che causa la vera infezione globale: il razzismo. E allora ecco che ho scritto un'altra canzone, "L'uomo nero", che evoca la minaccia che i genitori facevano ai ragazzini dell'epoca per indurli a non fare certe cose".

Infine l'amara considerazione: "Chi comanda oggi? Il Covid. Ma alle giovani generazioni dico di tentare di scrollarsi di dosso la dittatura del web, dei social che uniformano il pensiero, di provare ad avere successo restando unici e indipendenti". 

Otto i brani inediti in “Non c’è”: Geniale, Il Mistero della Pubblica Istruzione, L’uomo nero (insieme a Clementino), La bella addormentata, La realtà non può essere questa (insieme al fratello Eugenio Bennato), Maskerate, Non c’è, Signore e signori.

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