Sanremo 2020, Diodato: «La mia vittoria non fa litigare? È il Festival pacato di Amadeus»

Sanremo 2020, Diodato: «La mia vittoria non fa litigare? È il Festival pacato di Amadeus»
di Claudio Fabretti
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Lunedì 10 Febbraio 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 10:09

«Quando sei su quel palco non capisci più niente, poi ho ritrovato un po' di tranquillità, la gioia di condividere il risultato con chi ha lavorato con me in questi mesi». Diodato il giorno dopo deve ancora metabolizzare l'overdose di emozioni dell'Ariston. Ma dalla sua serenità traspare la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo importante.

Quando ha pensato di farcela?
«Quando ho visto la classifica provvisoria pre-serata finale dove ero in testa mi sono detto: ora posso fare solo peggio. E ho sentito addosso tutta la tensione».
Ma è vero che Fai rumore è dedicata a Levante?
«Tutta la mia musica è anche autobiografica, ma non ho mai voluto mettere in piazza la mia vita privata. Non c'è questo riferimento specifico. Mi fa piacere comunque che ci fosse anche lei al Festival, ci siamo sentiti, era felice per me».
Per una volta la sua vittoria ha messo tutti d'accordo, senza polemiche. Cos'è che non torna?
«Eh, strano! (ride, ndr). Ma questo è stato un Festival dai toni pacati. Gli ascolti hanno aiutato a creare un clima più disteso. E forse alla fine si è capito che se abbassiamo i toni, è meglio per tutti».
Non tutti però si sono allineati... Da collega, cosa ha provato di fronte allo show di Morgan contro Bugo?
«Mi ha fatto molto male. Mi piaceva la loro canzone, mi ero divertito con loro in questi giorni. Non so davvero cosa sia successo. Ma si percepisce che c'è della sofferenza da parte di entrambi».
In ogni caso, per Amadeus è stato un trionfo. Qual è il suo principale merito?
«Ci ha trattato come 24 figli. Ha dimostrato una grande sensibilità e umanità. E credo che gli italiani che lo hanno visto in questi giorni abbiano capito come alcune polemiche contro di lui alla viglia del Festival fossero eccessive».
 

 


La cover di 24mila baci?
«È venuta bene, grazie anche alla solarità di Nina Zilli. Un omaggio sentito a un gigante come Celentano».
Mi è piaciuta la sua dedica alla gente di Taranto che lotta. Per cosa deve continuare a lottare?
«Per non fare calpestare i suoi diritti. Bisogna mettere davanti a tutto gli esseri umani. Ma è un discorso che riguarda tutto il paese».
A proposito di Taranto, non le sarà sfuggito il bel brano sull'Ilva di Gabriella Martinelli e Lula tra le Nuove Proposte. Peccato siano state eliminate...
«Sì, peccato, era un bel pezzo. L'importante è stato però aver potuto portare quel tema sul palco di Sanremo».
Ora c'è l'Eurofestival. Vinciamo?
«Una cosa per volta! Sono felice comunque di poterci andare per rappresentare l'Italia».

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