La sua voce ha risuonato durante i mesi di pandemia in un’Arena di Verona vuota. Per Diodato è una delle immagini più potenti del suo 2020. L’anno del Festival di Sanremo, dove ha vinto con Fai Rumore, brano con cui avrebbe dovuto rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest.
E adesso torna a esibirsi. E lo fa nella Capitale. «Il live resta il momento in cui tutto ritrova un senso» racconta il cantautore con la passione per il cinema, vincitore del David di Donatello e dei Nastri d’Argento per Che vita meravigliosa colonna sonora del film La Dea Fortuna di Özpetek e la firma su L’uomo dietro il pallone per il film Netflix Il divin codino.
«Il concerto è il momento in cui riesci ad abbracciare il pubblico, in cui ci si connette all’emozione da dove è nato tutto». Ed è con una serie di live estivi che Diodato riparte. Il 15 luglio sarà a Pistoia Blues Festival, poi all’Auditorium Parco della Musica (17 luglio) dove «sarà magico suonare».
A Roma sono legato da emozioni fortissime».
«Quello di Verona sarà una festa dell’anima, un live da condividere con più artisti possibili». E sul non avere potuto partecipare all’Eurovision, conclude: «Certo mi è spiaciuto, ma è successo qualcosa di gigantesco all’umanità intera che non ho provato rammarico. Piuttosto, sono molto felice per i Måneskin: sono contento che con loro la musica vada oltre confine. La musica italiana dovrebbe essere promossa di più all’estero».
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