Alex Britti, la rinascita live: «Suonare dopo il lockdown? Sarà come la prima volta». Due concerti a Roma

Alex Britti, la rinascita live: «Suonare dopo il lockdown? Sarà come la prima volta». Due concerti a Roma (foto Fabrizio Cestari)
Alex Britti, la rinascita live: «Suonare dopo il lockdown? Sarà come la prima volta». Due concerti a Roma (foto Fabrizio Cestari)
di Simona Santanocita
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Mercoledì 15 Luglio 2020, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 09:40
Come una emozionante prima volta sul palco per Alex Britti, tra i primi artisti a tornare live, dopo il lockdown, venerdì 17 e sabato 18 al Parco della Musica di Roma. 

Il cantautore romano dall’anima blues, che spiazza tutti con il colpo di coda trap del singolo Brittish (prodotto da Salmo e Dj Gengis), per poi cantare il mondo che scorre a velocità disumana in Una parola differente, intonerà nuovi e grandi successi, dopo essersi esibito di notte, a maggio nella surreale dimensione di una Piazza San Giovanni deserta.

È diversa l’emozione di tornare live ora? 
«Sicuramente. Sono emozionato e curioso di vedere cosa troverò ai piedi del palco, certamente gli affezionati; ma vedo ancora molta diffidenza nonostante le rigorose norme per salvaguardare la salute dei partecipanti». 

Con te e la tua chitarra sul palco colleghi storici e giovani talenti 
«Oltre al mio bassista di sempre Matteo Pezzolet, anche Davide Savarese alla batteria, Benjamin Ventura alle tastiere, Cassandra de Rosa e Oumy N’diaye i cori». 

Nel singolo Una Parola differente canti com’è difficile rimanere originali mentre tutto scorre ad alta velocità 
«Io mantengo i ritmi di vita di un tempo e sono assolutamente analogico». 

Però sei anche social 
«Non rifiuto la tecnologia; anzi è molto utile; ma non sono un fissato. E’un mezzo come il frigorifero. Ce l’ho ma non è che sto li intrippato davanti ai frigoriferi». 

Il cellulare 
«Una comodità al livello di comunicazione anche di tipo professionale; ma preferirò sempre leggere un libro; o un giornale in versione cartacea rispetto a quella digitale». 

Cosa è mancato al mondo dalla musica nel periodo di stop? 
«Nulla. Errare è umano e non bisogna giudicare. È capitato qualcosa che mai al mondo avremmo previsto: una pandemia. Una volta erano tutti allenatori di calcio poi di colpo sono diventati tutti virologi. La verità è che chiunque si sarebbe sentito spiazzato nel gestire un fenomeno di portata mondiale del genere». 

Quanto ti ha scosso la notizia della pandemia? 
«Ho avuto paura nella giusta misura; non panico e, il mio timore è sempre stato non per me ma per il mio bambino che ha compiuto da poco tre anni». 

Come l’hai affrontata?
«Da genitori per scrupolo ci siamo rivolti al pediatra facendoci fare una lezione per essere certi di adottare le giuste precauzioni sebbene i bambini in generale risultino maggiormente immuni al Covid 19».

Il lato positivo di stare in casa
«Che siamo stati una famiglia».

Il lato negativo
«L’economia, le attività in sofferenza, e nel caso del mio settore, lo spettacolo che è stato ammazzato. Nessun aiuto, specie per chi lavora dietro le quinte».

Sei modesto ma sappiamo che è per questo che hai fatto ripartire il tour
«Si voglio chiudere le date e non voglio di certo sostituirmi allo Stato ma voglio fare anch’io la mia parte».

Al livello economico ti sei fatto da parte per favorire le maestranze
«E’ vero ed è giusto così, sono loro i creatori di ogni mio concerto».

Cosa farai ora?
«Andrò a pranzo perché fra poco abbiamo le prove».

La cucina un’altra tua grande passione: cosa hai preparato oggi?
«Risotto al ragù bianco di totani: buonissimo!».







DOVE; COME; QUANDO

Cavea Auditorium Parco della Musica

Via Pietro De Coubertin 30

Il 17/7 e il 18/7 ore 21

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