"Mamma Mia!", gli Abba e l’estate

"Mamma Mia!", gli Abba e l’estate
di Eleonora Leila MOSCARA
4 Minuti di Lettura
Sabato 6 Agosto 2022, 05:00

Arriva anche a Lecce il musical che cavalca alla perfezione l’onda del feeling estivo, con la sua voglia di mare, di sole e di spensieratezza: “Mamma Mia!” firmato Massimo Romeo Piparo con le indimenticabili canzoni degli Abba, infuocherà la platea leccese questa sera e domani alle ore 21.15 in Piazza Libertini, un doppio appuntamento promosso da Razmataz Live nella rassegna LecceInScena del Comune di Lecce. Protagonisti di questo spettacolo incredibile altrettanti attori e cantanti, tra cui Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz che, con Sabrina Marciano e un cast di artisti tra i più affermati, faranno scatenare il pubblico grazie all’Orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello che suonerà le celebri hit degli Abba come Mamma Mia!, Dancing Queen, The Winner Takes it All, Super Trouper e molti altri. 24 successi senza tempo tradotti in italiano daranno la scossa al pubblico e, come i dialoghi, curati direttamente dal regista Massimo Romeo Piparo. L’appassionante vicenda basata sul libretto originale di Catherine Johnson tratta la storia della giovane Sofia che, pochi giorni prima di sposarsi, invita al proprio matrimonio i tre fidanzati storici di sua madre per scoprire chi di loro è il padre che non ha mai conosciuto. Uno spettacolo prodotto dalla PeepArrow Entertainment con una messa in scena spettacolare e tecnologica in grado di dare davvero l’impressione di godere della bellezza di una incantevole isoletta greca.

Luca Ward, come sta andando questo spettacolo in giro per l’Italia?

«Dire che va bene è anche poco, in giro i teatri vogliono solo questo perché è una garanzia di incassi e divertimento».

Come mai questo successo secondo lei?

«Credo sia per via della voglia di spensieratezza, di mare, di vacanze e di non pensare a tutte le seccature che ognuno di noi ha. E poi siamo gli unici ad avere una scenografia incredibile, un vero paese greco con acqua, pontili, barche ormeggiate e un vero bagnasciuga che ti fanno credere di essere davvero in vacanza».

Il cast è affiatato?

«Assolutamente sì ed è una delle forze di questo spettacolo. Tra di noi non ci sono prime donne, facciamo solo un patto, fare divertire e divertirci».

Nel musical lei è Romolo, ha trovato delle affinità con lui?

«Massimo Romeo Piparo ha cucito questo personaggio addosso a me.

Romolo è nato a Ostia come me, parla romano come me e si chiama Desideri come mia moglie».

Lei è un grande doppiatore, quali sono i segreti per far bene questo lavoro?

«Il doppiaggio mi ha dato tutto ed è la mia sfida più grande. Con il doppiaggio non si scherza, le nostre voci vengono approvate dai grandi produttori americani come Weinstein o Ridley Scott e lì devi essere forte e preparato. Il teatro è fondamentale per fare questo lavoro, l’attore si forma sul palcoscenico e noi siamo anzitutto questo».

Lei è uno dei pochi doppiatori italiani di cui conosciamo anche il volto, come mai?

«Purtroppo cinema e televisione spesso non usano gli straordinari attori e attrici che si nascondono dietro al doppiaggio, sono attori che quando vanno a teatro tirano giù le platee. Io come anche Insegno e Pannofino, siamo riusciti a farci largo ma, in realtà, non volevano neanche me agli inizi, ero visto solo come una voce e non come un attore».

Sui social è molto presente, li vede anche come una risorsa lavorativa?

«È un modo per rimanere in contatto con il pubblico e per scoprire il dietro le quinte ma, non monetizzo i miei social. So che funzionano e che oltretutto sono fondamentali per lavorare, una volta ci chiedevano il curriculum, oggi quanti follower abbiamo».

Di tutti i suoi doppiaggi, quale l’ha resa più fiero del suo lavoro?

«Il più difficile di tutti che è stato Pulp Fiction. Era il ‘94 io ero un ragazzo di 34 anni e mi trovavo a dare la voce a questo gigante, 10 anni più grande di me e con una voce pazzesca. Ho avuto paura. E poi il film era molto difficile, per fortuna avevamo in mano tutte le carte per avere successo e cioè Pino Colizzi, uno dei più grandi direttori di doppiaggio della storia e un grande produttore che era Vittorio Cecchi Gori».

La frase che si porterà dietro per sempre?

«Ne conservo tantissime: da “Al mio segnale scatenato l’inferno” con Il Gladiatore a “Non può piovere per sempre” con Il corvo e poi ancora “Il mio nome è Bond, James Bond” e la grandissima citazione “Ezechiele, 25:17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi…”. Momenti unici della mia carriera che non scorderò mai».

E neanche noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA