A Bari la Mahler Chamber Orchestra: concerto al Petruzzelli per l'ensemble fondata da Claudio Abbado

A Bari la Mahler Chamber Orchestra
A Bari la Mahler Chamber Orchestra
di Eraldo MARTUCCI
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:44

La musica non conosce confini e nemmeno la Mahler Chamber Orchestra. Fondata da Claudio Abbado nel 1997, l’Ensemble riunisce infatti 27 nazionalità diverse con musicisti che vivono in tante parti del mondo. E nel tour celebrativo del venticinquesimo anno di attività, la MCO approda oggi alle 20.30 al Petruzzelli di Bari per l’attesissimo appuntamento della Stagione Concertistica 2023. In programma “The Unanswered Question”, per orchestra di Charles Ives; “Ein Sommernachtstraum” (Sogno di una notte di mezza estate), suite per orchestra, op. 61 di Felix Mendelssohn Bartholdy; e il Concerto per violino e orchestra, in Re maggiore, op. di Ludwig van Beethoven

In scena anche il violino solista Kuusisto

La Mahler Chamber Orchestra suonerà senza direttore e con violino solista, nella seconda parte del concerto, Pekka Kuusisto, rinomato per la sua libertà artistica e per il suo approccio fresco al repertorio.

D’altronde, sin dalla sua prima collaborazione con la MCO nel 2014, i suoi incontri con l’orchestra – come solista, direttore e musicista da camera – sono sempre stati tutto fuorché convenzionali. Pekka Kuusisto si trova infatti a suo agio sia nel canone classico che nei regni della musica popolare nordica, della musica elettronica e dell’improvvisazione: flessibilità strettamente legata all’agilità della Mahler Chamber Orchestra nell’attraversare i confini musicali, culturali e geografici.

Emblematica dell’originale ed eccentrica sperimentazione di Ives, “The Unanswered Question” (1908), con la sua sovrapposizione del mondo tonale (gli archi) e atonale (i flauti) e l’enigmatica domanda incessantemente ripetuta dalla tromba, è una delle pagine più amate del compositore americano. Le musiche di scena per il “Sogno”, scritte nel 1843 da un Mendelssohn all’apice della maturità creativa, reinterpretano la commedia shakespeariana nello spirito di un romanticismo fatato ed etereo. Tra i pezzi più famosi c’è l’Ouverture, nata come brano autonomo e come tale spesso eseguita, ma c’è soprattutto la “Marcia nuziale”: «Si tratta infatti di un brano stupendo, che merita la fama di cui gode - scrive il musicologo Franco Sgrignoli - nel quale si uniscono in un modo assolutamente irripetibile lo splendore dell’orchestra romantica, la ricchezza e la sontuosità dell’armonia e un’impareggiabile semplicità».

Beethoven compose il suo unico Concerto per violino all’epoca della Quinta e Sesta sinfonia: con la sua cantabilità e il suo lirismo espressivo esso rimane uno dei vertici assoluti del genere. Dedicato a Stephan von Breuning, un suo amico d’infanzia, e concepito in uno dei periodi più fecondi della sua produzione musicale, fu eseguito per la prima volta il 23 dicembre 1806 dal violinista e direttore d’orchestra Franz Clement, che probabilmente aveva anche commissionato l’opera.

“Il Re dei Concerti, ed il Concerto dei Re, la pietra angolare del repertorio dei violinisti”, come l’ha definito Marc Pincherle, non ebbe però la sera della prima un grande successo. Le lodi toccarono infatti più al virtuoso che all’autore. 
«Fu acclamata soprattutto l’esperta arte di Clement, il suo fascino, la sua forza e sicurezza d’intonazione sul violino, che è davvero suo schiavo», scrisse il critico della Wiener Theaterzeitung, che nella partitura trovò, sì, «alcune bellezze», pur biasimando «la costruzione sconnessa» e «la ripetizione all’infinito di certi luoghi comuni», che generava, alla fine, «fatica».

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