Lina Wertmuller, ai funerali l'elogio di Giancarlo Giannini e Rita Pavone

Lina Wertmuller, ai funerali l'elogio di Giancarlo Giannini e Rita Pavone
di Laura Larcan
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Sabato 11 Dicembre 2021, 18:40

Applausi e commozione, celebrità e gente comune per l'ultimo saluto a Lina Wertmuller. «Senza Lina sarei rimasto un perito tecnico. Lei mi ha plasmato come pongo. Con lei ho fatto i miei film più belli. Oggi non sarei nulla, non avrei fatto niente senza di lei». Giancarlo Giannini lo ripete con quella sua voce piena, rara, intensa, dall’altare della chiesa degli Artisti, Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo, nell’elogio funebre di Lina Wertmuller. Al suo fianco, stretta in un abbraccio fraterno, Rita Pavone. Che si diverte ad evocare il set del suo mitico “Gianburrasca», il primo di una serie di film musicarelli con cui la Wertmuller lanciò la cantante (al fianco già di Giannini divenuto poi il suo attore feticcio). «Mi ha fatto fare cose che non avrei mai pensato di fare: è stata la mia mamma artistica e farà sempre parte della mia vita. Avevo 19 anni, e lei aveva quel suo caratterino che già la faceva notare ai piani alti...». Il pulpito finale della cerimonia funebre, tenuta da Don Walter Insero, rettore della Chiesa, è tutto per loro. Celebrità eredi della memoria della cineasta, morta giovedì a 93 anni, con l’eco di tanta storia sulle spalle.

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Giannini legge anche una poesia tanto amata da Enrico Job, maritoe amore di una vita di Lina, papà naturale di Maria Zulima, l’unica adorata figlia della Wertmuller, adottata trent’anni fa. «Che piccola cosa la vita, una goccia...».

C’è il nipote, l’attore Massimo Wertmuller, che nel dolore ha portato un clima di ironia raccontando aneddoti spassosi sul temperamento energico della Lina regista sul set (il film era “In una notte di chiaro di luna”).

 

Prende la parola anche Toni Petruzzi, protagonista del primo film diretto da Lina Wertmuller, “I Basilischi” che ricorda il «personaggio unico, straordinario, indimenticabile, che ha portato la Basilicata fino a Hollywood». Il sociologo Domenico De Masi, amico da quarant’anni di Lina, è l’anima di questo elogio. Ama ricordarne la profonda cultura ed energia. In tanti addetti ai lavori, personalità dello spettacolo, cinema e televisione, sono arrivati in chiesa per strinfgersi intorno alla figlia Maria Zulima. Giuliana De Sio, che alla camera ardente in Campidoglio, venerdì, aveva cantato la “Canzone arrabbiata” tratta da “Film d’amore e d’anarchia”. Riflette: «Oggi la ricordiamo, facciamolo senza nessuna retorica. Siamo sereni. Lina se n’è andata bene senza soffrire, ha vissuto libera come ha voluto. Dobbiamo festeggiarla». Ci sono Yari Gugliucci, Marina Cicogna, Cinzia Th Torrini, Elisabetta Villaggio, la figlia di Paolo, Leopoldo Mastelloni, Duilio Giammaria. Tanta gente comune si assiepa con discrezione lungo le transenne. Applaudi spontanea.

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