A Leverano la rassegna “Ci vuole un paese”: ospite Claver Gold

Claver Gold
Claver Gold
di Ennio CIOTTA
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Giovedì 7 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:40

Torna a Leverano la rassegna musicale “civuoleunpaese” che anche quest’anno ospita alcuni tra gli artisti più importanti della nuova musica italiana. Questa sera sarà la volta del rapper marchigiano Claver Gold sarà, protagonista della prima serata del Festival; tra le voci più seguite e innovative del nuovo hip hop italiano l’artista, che ha da poco annunciato l’uscita del suo nuovo album “Questo non è un cane” disponibile dal prossimo 16 settembre, salirà sul palco per un concerto speciale, unico in Puglia. Classe 1986, Claver Gold (all’anagrafe Daycol Orsini) nasce in un quartiere popolare di Ascoli Piceno; scopre presto il writing e le peggiori vernici da marker, per poi dedicarsi anima e voce al rap, dalle battle di freestyle ai primi album. 

L'intervista

Il rap è una nuova frontiera della letteratura. Come nasce la sua scrittura e quali sono le ispirazioni letterarie?
«La mia scrittura nasce da immagini e rappresentazioni della quotidianità, sono tutte le cose che vedo durante l’arco della giornata che riguardano me, ma non solo, e che poi vengono assimilate e rielaborate nel cervello e poi, al momento giusto, si traducono nei miei testi. Ho alcuni scrittori che considero dei padri letterari, uno fra tutti è sicuramente Italo Calvino. Negli anni poi ho trovato nuovi spunti e mi sono appassionato a Carver. Quel tipo di scrittura fatta di immagini e racconti brevi si può facilmente riportare nella scrittura rap. La cosa più complessa è riportare tutto in rima».


Ho letto che lei ha iniziato il suo percorso nella scena hip hop come writer (cioè realizzando graffiti sui muri). Spesso quando si parla con un rapper o si leggono biografie ed interviste si scopre che provengono da altre discipline: ballo break dance, graffiti, dj per citare le più famose. Quanto è ancora unita secondo lei la scena hip hop?


«Quando ho iniziato io ci si buttava un po’ in tutte le discipline per poter far parte di un gruppo, di una squadra, di una sottocultura.

Se non riuscivi ad emergere in una disciplina potevi tranquillamente sposarne un’altra. Un tempo era più diffusa la figura del B-boy che abbracciava tutta la cultura hip hop ed era facilmente riconoscibile anche dalle scelte stilistiche dell’abbigliamento. Io ho iniziato con il writing perché non credevo di essere in grado di poter cantare. Poi ho iniziato a farlo e la cosa ha preso piede. Credo che in quest’epoca ci sia meno cultura hip hop vista e vissuta come strumento di aggregazione e senso di appartenenza».


Suonerà all’interno della rassegna “Civuoleunpaese” a Leverano, un festival giovane organizzato da ragazzi giovani. Cosa ti aspetti e che concerto vedremo?


«Mi aspetto un pubblico caldo, giovane e passionale. Sono molto contento di tornare a suonare nel Salento, ci sono stato l’ultima volta lo scorso anno in tour con Murubutu. Il mio sarà un concerto amarcord, di ricordi, con tutti i miei pezzi migliori. Per i nuovi brani aspettiamo di uscire a breve con un nuovo disco».


Sempre questa sera sul palco il cantautore bolognese IBISCO, reduce dal successo del suo ultimo album “Nowhere Emilia”.
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