Da Ozpetek a Scarpetta, la prosa approda al teatro Apollo: tutto il cartellone

Una scena de "La scuola delle mogli"
Una scena de "La scuola delle mogli"
di Ilaria MARINACI
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Domenica 24 Novembre 2019, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 17:42
La versione teatrale di “Mine Vaganti” con la regia di Ferzan Ozpetek è il titolo di punta della stagione di prosa del Comune di Lecce, presentata ieri mattina all’Open Space. Sarà l’unico spettacolo previsto in doppia replica, ma anche l’occasione per riavere in città il regista turco, cittadino onorario dal 2010 dopo aver girato proprio l’omonimo film e nominato, di recente, anche ambasciatore dell’Università del Salento.

Nove i titoli in cartellone «dal gusto classico, ma con uno sguardo contemporaneo», come li ha definiti l’assessore alla Cultura Fabiana Cicirillo, tutti ospitati al Teatro Apollo per l’indisponibilità del Paisiello. Pochi giorni fa, la giunta ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di adeguamento alla normativa antincendio. 
«L’obiettivo è riaprire in primavera-estate – ha dichiarato il sindaco Carlo Salvemini – perché ci sono produzioni che richiedono spazi più piccoli dell’Apollo». E sull’investimento fatto per garantire un cartellone di prestigio, nonostante le difficoltà finanziarie, il primo cittadino è stato chiaro. «Noi non arretriamo sulla trincea dell’impegno per la cittadinanza culturale». La stagione – organizzata, come di consueto, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (alla presentazione c’erano Giulia Delli Santi e Marco Giannotta) – sarà inaugurata l’11 dicembre da un classico di Moliére, “La scuola delle mogli”, riletto in chiave contemporanea dall’attore e regista napoletano Arturo Cirillo.

Si resta in tema di eccellenze partenopee anche con il secondo e il terzo spettacolo. “Miseria e Nobiltà”, capolavoro di Eduardo Scarpetta, arriverà il 6 gennaio all’Apollo nella versione di Luciano Melchionna (il “papi” di “Dignità Autonome di Prostituzione”) interpretata da Lello Arena, mentre il 15 è in programma una chicca, “Amadeus”, che vede protagonista un pezzo da novanta del teatro italiano, Geppy Gleijeses, con il figlio Lorenzo nella storia di Mozart e del presunto tentativo del compositore italiano Antonio Salieri di distruggerne la reputazione. Alla regia il russo Andrei Konchalovsky, reduce dalla Festa del Cinema di Roma, dove ha presentato “Il peccato - Il furore di Michelangelo” come evento di chiusura.

Il 30 gennaio Filippo Dini dirige “Anfitrione”, che diventa un politico dilettante e populista. Nel cast Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Valeria Angelozzi.
Il 3 e il 4 febbraio sono le serate dedicate a “Mine Vaganti” di Ozpetek con Francesco Pannofino, Arturo Muselli, Paola Minaccioni e Giorgio Marchesi (questi ultimi presenti anche nel film), l’adattamento teatrale dell’opera cinematografica che ha fatto conoscere le bellezze di Lecce anche oltreoceano. Una stagione, questa, dove i rimandi cinematografici non si esauriscono a “Mine Vaganti”.

Il 23 febbraio Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci mettono in scena “Un tram che si chiama Desiderio”, per la regia di Pier Luigi Pizzi, il dramma di Tennessee Williams, portato anche con successo sul grande schermo, protagonisti Vivien Leigh e Marlon Brando. Debutta quest’anno “I soliti ignoti”, diretto e interpretato da Vinicio Marchioni con Giuseppe Zeno, trasposizione per il palcoscenico del capolavoro di Mario Monicelli, in cartellone il 4 marzo. 

Si parlerà d’attualità e del mestiere dello scrittore il 19 marzo con Michele Serra in “L’Amaca di domani”, mentre la chiusura della stagione, il 20 aprile, è affidata a Enrico Lo Verso nell’adattamento dell’opera di Platone, “Apologia di Socrate”, firmato dalla salentina Alessandra Pizzi. Novità di quest’anno, infine, gli incontri con attori e registi prima degli spettacoli. La campagna abbonamenti parte domani (info Castello Carlo V, tel. 0832.246517). Agevolazioni sui biglietti sono previste per studenti, universitari e under 30.

Tornano anche il biglietto sospeso - che consente di pagare un ingresso in più e lasciarlo in biglietteria per chi non può permettersi di pagare - e il servizio, a cura dell’associazione Fermenti Lattici, che permette alle famiglie di andare a teatro con i figli, affidandoli alle cure di chi li terrà impegnati in laboratori vari e divertenti per l’intera durata degli spettacoli. Il teatro, insomma, si apre a tutti.
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