L’inviato delle Iene Luigi Pelazza è stato condannato per violenza privata a due mesi di carcere, che sono stati convertiti alla pena pecuniaria di 15mila euro. La condanna è legata ad un’intervista fatta il 19 settembre 2015 alla giornalista Guia Soncini: Pelazza entrò nel cortile interno di un palazzo privato, per intervistare la stessa Soncini. Un comportamento che i giudici hanno condannato, censurando dunque un “metodo”, secondo quanto affermato dall’avvocato Davide Steccanella, che difendeva la giornalista.
La sentenza, scrive l’agenzia Agi, «ha stabilito che non sembre il ‘metodo Iene’ è scusato dal legittimo diritto di cronaca. In questo caso si trattò di un vero e proprio agguato nel cortile interno di un palazzo privato, impedendo alla mia cliente di fare rientro in casa propria fino all’arrivo delle forze dell’ordine, per confezionare un servizio a effetto». Secondo il capo d’imputazione Pelazza e il suo cameraman Verdi (assolto perché non è emersa la certezza della sua presenza quel giorno) si introdussero indebitamente nel cortile, spacciandosi per corrieri, e si avvicinarono alla Soncini «costringendola a tollerare la loro presenza con una serie insistente di domande alle quali lei dichiarava da subito di non voler rispondere».
Le domande alla giornalista riguardavano un’inchiesta nella quale era coinvolta (da cui fu poi assolta): la Soncini non voleva rispondere alle domande, ma Pelazza la torchiò con insistenza. Troppa, secondo i giudici. L’inviato delle Iene si era difeso dicendo di non aver mai usato violenza: «Lei mi ha dato due o tre colpi: non dico che mi abbia picchiato, però…», le sue parole durante il processo.