"Chi ha resistito gli è fiorito il cuore": Koreja riparte con una performance simbolica

"Chi ha resistito gli è fiorito il cuore": Koreja riparte con una performance simbolica
di Ilaria MARINACI
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Lunedì 15 Giugno 2020, 14:41

«Chi ha resistito gli è fiorito il cuore». Ieri sera, a mezzanotte in punto, il Teatro Koreja ha riaperto le sue porte al pubblico dopo tre mesi e mezzo di chiusura forzata a causa dell’emergenza Covid-19. Lo ha fatto offrendo a 50 ospiti una performance simbolica durata circa un’ora che è servita, soprattutto, a riannodare i fili di una connessione mai interrotta. ad affermare con forza la volontà di esserci ancora, anche se, di fatto, la sala al chiuso dello stabile di via Dorso non riaprirà prima dell’autunno.

E, proprio a questo proposito il direttore di Koreja Salvatore Tramacere ha lanciato un appello alle istituzioni (in platea c’erano gli assessori alla Cultura di Regione e Comune, Loredana Capone e Fabiana Cicirillo): «Fateci avere una data dalla quale possiamo tornare a usare i teatri nella loro capienza completa, perché così la situazione non è sostenibile. Dovremmo trasformarci in ingegneri, fare insomma un altro lavoro. E, personalmente, questa non è una prospettiva a cui sono interessato». Un appello fatto anche via Whatsapp al governatore Michele Emiliano che ha risposto di avere ancora un po’ di pazienza perché si sta lavorando all’abbattimento delle restrizioni. D’altra parte, come evidenziato dallo stesso Tramacere, se si può viaggiare in aereo fianco a fianco, perché non si dovrebbe tornare a teatro nella normalità?
 

 


La performance è iniziata nel foyer con quattro attrici della compagnia, Emanuela Pisicchio, Giorgia Cocozza, Andjelka Vulic e Maria Rosaria Ponzetta, che hanno intonato un canto Yiddish dal titolo “I lie” riarrangiato da David Lang nel film “La Grande Bellezza”, seguito dalla lettura da parte della stessa autrice, Giulia Falzea, del brano “Le mani”, un omaggio alle mani operose di tutti i professionisti che lavorano a Koreja, che apre “Le stanze vuote del teatro”, un breve diario che racconta cinquantuno giorni sospesi, in cui quelle mani si sono dovute fermare. Poi, ancora le quattro attrici hanno guidato il pubblico in una serie di gesti che hanno “commentato” le parole del manifesto della compagnia per la ripartenza. Subito dopo, ci si è spostati in teatro, con i posti rigorosamente distanziati. Sul palco, i costumi dei più famosi spettacoli di Koreja sono stati issati come burattini, riprendendo vita, mentre una sagoma umana fatta di stracci è stata rimessa in piedi dalle attrici e, attraversando la scena, ha tirato fuori dal suo petto una rosa rossa, porgendola a Tramacere che, idealmente, l’ha passata al pubblico.

«Chi ha resistito gli è fiorito il cuore» era il tema della stagione di “Strade Maestre” rimasta interrotta e si è rivelato, a suo modo, profetico. «Emily Dickinson ha scritto che, se qualcuno ha veramente voglia di abbracciarsi, deve avere il coraggio di farlo. Questo – ha detto Tramacere concludendo l’incontro – è il nostro abbraccio». 

Il teatro ha resistito.
Ora però chiede di poter rifiorire.

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