Leggi anche > Coronavirus, l'Iss: «Situazione migliorata, indice contagio tra 0,2 e 0,7»
«Ora sono in quarantena in Veneto dove sono rinchiuso in 30 ettari recintati. La cosa bella è che sono quotidianamente in contatto con i miei figli, uno in Cina, uno a Londra, l'altro in Austria. Io mi reputo fortunato avendo un terreno a disposizione, ho una mini palestra in casa, mi muovo, ma penso alle persone che sono chiuse in un appartamento di 50 metri quadrati, quelli sono arresti domiciliari». «Si investono miliardi nella prevenzione e poi non abbiamo nessuno che riesca a gestire le cose -prosegue- Germania e Cina l'hanno chiusa in fretta, noi invece siamo ancora a questo punto. In Veneto Zaia è uno che ha coraggio, ha saputo prendersi le sue responsabilità».
Leggi anche > In barca da un mese senza internet «La pandemia? Non ne sapevamo nulla»
Sulla transizione dalla casa del 'Grande Fratello vip' alla quarantena nella sua abitazione in Veneto l'attore prosegue: «Inizialmente noi sapevamo molto poco, abbiamo avuto notizia di questo virus quando c'erano stati 3mila morti in Cina e io ho un figlio che lavora a Shanghai. Quando sono riuscito a parlare con lui mi ha detto che lì erano più sicuri che all'estero perchè hanno circoscritto subito l'epidemia e l'hanno chiusa in fretta. Però io dentro stavo male e allora ho chiesto di mettermi in nomination per poter uscire e parlare con mio figlio».
«All'uscita -continua Testi- ho visto un mondo irreale perché vedevo solo i guanti bianchi e le mascherine delle persone a 10 metri da me, nessuno si avvicinava. Poi mi hanno caricato su una macchina della produzione e mi hanno portato qui in casa in Veneto dove sono rinchiuso in 30 ettari recintati con i miei cani, mio cugino e sua moglie. Almeno qui ho un bagno per conto mio, invece nella casa del 'Gf Vip' dovevamo condividerlo. Avere sempre il microfono appeso al collo per 70 giorni non è stato bello, così come non avere un giornale, un telefono. Nel contratto che abbiamo firmato c'è scritto che non si può parlare di politica, religione e alcuni marchi importanti».
«Stando 24 ore su 24 col microfono addosso -racconta l'attore- ti devi controllare.
Nella casa ci si abbracciava, si stava insieme, una volta uscito invece era tutto irreale, ho pensato che mi stessero facendo uno scherzo. La cosa bella è che sono quotidianamente in contatto con i miei figli, uno in Cina, uno a Londra, l'altro in Austria». «Già vederli, anche se solo in video chiamata, mi fa stare bene. Io mi reputo fortunato avendo un terreno a disposizione, ho una mini palestra in casa, mi muovo, ma penso alle persone che sono chiuse in un appartamento di 50 metri quadrati. È una prigione, sono arresti domiciliari», conclude.