Ci sono un orfanello (e quando mai ne manca uno?), un musicista con il cuore a pezzi e una ragazzina ficcanaso. Potrebbe sembrare una barzelletta o il remake moderno del cartone Dolce Remi, che ha strappato lacrime a palate ai bambini degli Anni Ottanta, e invece no. Si tratta dell’ultimo film d’animazione Netflix, Vivo, dal 6 agosto sulla piattaforma dopo l’anteprima italiana al Giffoni Film Festival.
Nomen omen: il cercoletto (la scimmietta) protagonista è un inno alla gioia, alla leggerezza e alla vita in generale. Con il nonnino che l’ha adottato se ne va in giro tutto il giorno a L’Avana a fare l’artista di strada. Ma poi un giorno arriva una lettera che cambia il destino di tutti e riscrive il passato. No, niente eredità milionarie e vite da nababbi, altrimenti non ha senso aver preparato lo stock di fazzoletti di carta che, tra un numero musicale e l’altro, saranno utilissimi allo spettatore.
Ecco allora tre buone ragioni per non perderlo e “un’avvertenza per l’uso”, secondo il parere semiserio ma insindacabile di Leggo.
TRE BUONE RAGIONI PER VEDERLO SUBITO:
UNO: IL ROMANTICISMO RESTA UN EVERGREEN:
Sembra una frase da Bacio Perugina: “Se ami qualcuno lascialo andare”. E infatti Andrès, l’adorabile vecchietto che ha adottato Vivo, ci ha pure scritto sopra una canzone, peccato che la destinataria Marta non l’abbia mai ascoltata.
DUE: ANCORA SCOUT E BISCOTTI?:
Nell’era delle consegne-lampo a domicilio, vedere queste ragazzine con i calzettoni agli angoli delle strade a vendere biscotti fa davvero uno strano effetto. Se poi nella storia sono loro “le cattive” della situazione, allora tutto diventa così assurdamente esilarante che non si può adorare.
TRE: FATEVI UNA RISATA:
La retorica dei cartoni ha fatto spesso insorgere la carie nel pubblico, ma stavolta ha un sapore così malinconico e struggente che, masochisticamente, lo spettatore è contento di sentire le pene del protagonista. Per fortuna, i momenti strappacuore sono bilanciati a teatrini colorati e irresistibili, per ribaltare il classico #maiunagioia che imperversa di questi tempi.
UN’AVVERTENZA PER L’USO PRIMA DELLA VISIONE:
In Italia ci becchiamo Vivo con la voce di Stash, mentre in originale l’onore spetta a Lin-Manuel Miranda di Hamilton. A voler fare gli schizzinosi, questa sarebbe un’ottima ragione per ascoltare altro, ma almeno siete avvisati. Con il cambio non ci si guadagna, ma siamo in pandemia e poteva andarci peggio.