Vivo, tre ragioni per non perdere il nuovo film d'animazione Netflix

Vivo
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di Alessandra De Tommasi
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Sabato 31 Luglio 2021, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 11:38

Ci sono un orfanello (e quando mai ne manca uno?), un musicista con il cuore a pezzi e una ragazzina ficcanaso. Potrebbe sembrare una barzelletta o il remake moderno del cartone Dolce Remi, che ha strappato lacrime a palate ai bambini degli Anni Ottanta, e invece no. Si tratta dell’ultimo film d’animazione Netflix, Vivo, dal 6 agosto sulla piattaforma dopo l’anteprima italiana al Giffoni Film Festival.

Nomen omen: il cercoletto (la scimmietta) protagonista è un inno alla gioia, alla leggerezza e alla vita in generale. Con il nonnino che l’ha adottato se ne va in giro tutto il giorno a L’Avana a fare l’artista di strada. Ma poi un giorno arriva una lettera che cambia il destino di tutti e riscrive il passato. No, niente eredità milionarie e vite da nababbi, altrimenti non ha senso aver preparato lo stock di fazzoletti di carta che, tra un numero musicale e l’altro, saranno utilissimi allo spettatore.

Ecco allora tre buone ragioni per non perderlo e “un’avvertenza per l’uso”, secondo il parere semiserio ma insindacabile di Leggo.


TRE BUONE RAGIONI PER VEDERLO SUBITO:

UNO: IL ROMANTICISMO RESTA UN EVERGREEN:

Sembra una frase da Bacio Perugina: “Se ami qualcuno lascialo andare”. E infatti Andrès, l’adorabile vecchietto che ha adottato Vivo, ci ha pure scritto sopra una canzone, peccato che la destinataria Marta non l’abbia mai ascoltata.

Lo struggimento della terza età sulla carta potrebbe far rima con la demenza senile, mentre in questo caso ne nasce un moto autentico di tenerezza.


DUE: ANCORA SCOUT E BISCOTTI?:

Nell’era delle consegne-lampo a domicilio, vedere queste ragazzine con i calzettoni agli angoli delle strade a vendere biscotti fa davvero uno strano effetto. Se poi nella storia sono loro “le cattive” della situazione, allora tutto diventa così assurdamente esilarante che non si può adorare.


TRE: FATEVI UNA RISATA:

La retorica dei cartoni ha fatto spesso insorgere la carie nel pubblico, ma stavolta ha un sapore così malinconico e struggente che, masochisticamente, lo spettatore è contento di sentire le pene del protagonista. Per fortuna, i momenti strappacuore sono bilanciati a teatrini colorati e irresistibili, per ribaltare il classico #maiunagioia che imperversa di questi tempi.

UN’AVVERTENZA PER L’USO PRIMA DELLA VISIONE:

In Italia ci becchiamo Vivo con la voce di Stash, mentre in originale l’onore spetta a Lin-Manuel Miranda di Hamilton. A voler fare gli schizzinosi, questa sarebbe un’ottima ragione per ascoltare altro, ma almeno siete avvisati. Con il cambio non ci si guadagna, ma siamo in pandemia e poteva andarci peggio.

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