“Zerosettanta volume 2”, «Così ritorno al passato»

“Zerosettanta volume 2”, «Così ritorno al passato»
di Franco GIGANTE
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Sabato 31 Ottobre 2020, 11:00

«Scendo in strada con le mascherine perché ho bisogno del saluto della gente, prendendo tutte le precauzioni del caso: non mi piace però questo terrorismo e chi dice che la cultura non dà da mangiare». Parole di Renato Zero in questo periodo di pandemia, pronunciate in occasione della presentazione di Zerosettanta volume due, uscito ieri, secondo capitolo della trilogia che ha inaugurato a partire dal giorno del suo settantesimo compleanno, lo scorso 30 settembre.


«Sono felice di avere messo in atto questo progetto ha sottolineato necessitava di una formattazione a causa del covid che ha dato spunti e spinte al sottoscritto da tirare fuori; tre album che mi rappresentano, fra ballad, pop e rock, con la voglia di rispolverare la canzone di protesta per esporre le ragioni della nostra inquietudine e per rappresentare il pubblico che non ha la possibilità di manifestare il proprio umore».


Proprio nel brano Vergognatevi voi Renato si scaglia contro coloro che non mantengono le promesse.
«Credo siano abbastanza identificabili sostiene il potere è una possibilità che si offre alle persone e non mi pare che oggi sia esercitato nella maniera più corretta a scapito di 60 milioni di persone. La politica dovrebbe calarsi nel quotidiano degli italiani con verifiche dirette, rendendosi conto dello stato di salute del Paese; il politico che non va nelle borgate è distante dalle emergenze quotidiane. In questo periodo di covid abbiamo dimostrato di comprenderne la gravità, di assumerci le responsabilità e di cambiare le nostre abitudini».


Su questo punto l'artista ha decisamente puntato il dito e non ne fa mistero: «Non eravamo preparati alla prima ondata del covid-19, ma oggi è scandaloso che il Governo non sia stato in grado di prepararsi a questa seconda, soprattutto nei confronti dei lavoratori, dai docenti pagati molto poco rispetto a rischi che corrono alla sanità con i medici che guadagnano come un portantino. In ogni passaggio di questo nuovo disco c'è la protesta».


L'ultimo Dpcm varato dal Governo Renato Zero non lo digerisce proprio. «A proposito dei ristoranti mi viene da porre un quesito: andarci all'ora di pranzo è meno pericoloso che alla sera? La forza dei ristoratori è proprio la cena, soprattutto in questo periodo di smart working, con tutti che a pranzo mangiano a casa: il lavoro dei ristoranti è serale e rispetto a mezzogiorno che differenza c'è?».


Ma in questo secondo capitolo della trilogia Zerosettanta, Renato ne ha anche per le nuove leve della musica, alle quali dedica Troppi cantanti pochi contanti.
«È magnifica la spinta di partenza e basterebbe fare una copertina dove si adotta il nudo per arrivare al successo rimarca invece ci deve essere una chiave di lettura, la voglia di raccontare, imporre il proprio messaggio e la propria identità: oggi ci sono dei copia/incolla continui e lo trovo molto negativo.

Questi tre album, invece, per me rappresentano un ritorno al passato, a quando ho avuto la possibilità di avere vicino maestri come Armando Trovajoli ed Ennio Morricone».


Il brano La logica del tempo in un certo senso fotografa i 70 anni dell'artista. «Con il tempo ho sempre avuto un rapporto sereno, non nervoso ammette non ce l'ho con il tempo poiché ho avuto un percorso molto variegato e accidentato che me lo ha offerto e mi fa usufruire delle mie risorse».


Infine le unioni gay: su esse Renato è in sintonia con Papa Francesco. «Non posso che essere d'accordo con il Santo Padre con grande rispetto. Il mondo cambia continuamente, anche a livello climatico, e tutto ci costringe a prendere delle posizioni anche diverse, ad essere aperti e comprensibili con tutti».
In questo secondo capitolo troviamo quattordici nuove canzoni e il consolidamento delle importanti collaborazioni inaugurate con il primo disco, dalla produzione e gli arrangiamenti di Phil Palmer e Alan Clark, al prezioso e impeccabile apporto del maestro Adriano Pennino.
 

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