Forum, il giudice Foti intercettato: parla di «riciclaggio», sospeso da Mediaset

Forum, il giudice Foti intercettato mentre parla di «riciclaggio» con avvocato arrestato: sospeso
Forum, il giudice Foti intercettato mentre parla di «riciclaggio» con avvocato arrestato: sospeso
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Giovedì 24 Gennaio 2019, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 12:42

Da giudice (e da 10 anni) di Forum su Rete 4 a protagonista di una conversazione a base di "riciclaggio", "società anonime in Croazia" e "pentiti". Il problema per Francesco Foti, 59 anni, avvocato di origini siciliane ed erede della toga di Santi Licheri nella storica trasmissione Mediaset, è che il suo interlocutore in un ristorante romano è il collega Mariolino Leonardi, arrestato nei giorni scorsi dalla guardia di finanza a Catania per bancarotta e riciclaggio.
 
Roma, rubata la moto del giudice di Forum Francesco Foti


 

 

La conversazione, intercettata dalla procura catanese nell'ambito dell'inchiesta London Windows, è stata resa nota da Livesicilia.it. Foti chiede di fatto una consulenza all'amico sulla costituzione di una società all'estero. Una richiesta che sembra avvenire per conto di un cliente e con la piena consapevolezza, da parte del giudice-arbitro di Forum, che si tratti di questioni assai rischiose tanto che cita "il 648 bis (articiolo del codice penale)  su operazioni di riciclaggio di danaro".  L'avvocato Leonardi propone allora di puntare "sulla Croazia dove esiste la possibilità di creare società anonime". Suggerimento che pare piacere all'avvocato Foti, noto anche per aver partecipato ad importanti capitoli del processo Moro e di Mani pulite: metterà in contatto Leonardi con il cliente “che fa transazioni e falsi finanziamenti su fatturati di società francesi”. In un'altra parte della conversazione si parla anche di "pentiti" e si ascolta il nome di "Brusca", anche se il passaggio non è chiaro.

Lo stesso sito Livesicilia.it  dà la possibilità di spiegarsi a Francesco Foti che intanto annuncia con rammarico che il contratto con Mediaset è stato sospeso. L'avvocato siciliano, in breve, giustifica il contenuto della conversazione con Mariolino Leonardi definendola "il resoconto di un processo in cui svolge il ruolo di avvocato e non certo come una richiesta di informazioni a un tipo che non conoscevo e che ha incontrato solo in quell'occasione.

LA NOTA
La società Corima, che cura la produzione esecutiva di ' Forum', in onda sulle reti Mediaset, ha sospeso «temporaneamente e in via precauzionale» il rapporto di collaborazione con uno dei giudici del programma, l'avvocato Francesco Foti. Ne dà notizia Mediaset in una nota spiegando che «recenti indiscrezioni di stampa relativa a un'inchiesta condotta dalla Procura di Catania menzionano, tra gli altri, anche l'avvocato Foti» e che la decisione di Corima è stata presa «in attesa che venga chiarita la sua posizione». 


L'OPERAZIONE LONDON WINDOWS
Ma di che cosa è accusato l'interlocutore del giudice-arbitro di Forum ora sospeso? Garantire a gruppi familiari imprenditoriali la totale sottrazione dal pagamento delle imposte ed eludere procedure esecutive e concorsuali. Questo il sistema fraudolento sul quale ha fatto luce l'indagine condotta dalla Guardia di finanza di Catania e coordinata dalla Procura etnea, denominata «London Windows
» sfociata stamane, nell'ambito di un'inchiesta su bancarotte sull'asse Italia-Croazia, in un arresto e 9 (e non 10 come reso noto in precedenza) misure interdittive per bancarotte fraudolente, reati tributari, autoriciclaggio e riciclaggio e reati di responsabilità amministrativa, delle società e degli enti coinvolti.

L'arrestato è l'avvocato Mariolino Leonardi, di 56 anni, ritenuto il promotore principale delle operazioni societarie straordinarie che consentivano a gruppi d'imprese di sottrarre alla giurisdizione nazionale patrimoni oggetto di bancarotte, reati tributari e riciclaggio. Gli indagati - avvocati, dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti e broker esteri - secondo quanto accertato, erano abili nel de-localizzare all'estero imprese caratterizzate da squilibri finanziari per trasferirne il patrimonio immunizzandolo così da azioni esecutive erariali.

In particolare, il trasferimento di sede in Gran Bretagna e Croazia serviva a far perdere le tracce dell'effettiva proprietà che continuava a operare in Italia, con gli stessi asset patrimoniali sottratti alle procedure esecutive, attraverso apparenti nuove società affidate all'amministrazione di prestanome.

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