La Fòcara di Sant'Antonio torna in piazza dopo 55 anni, ma non viene accesa: troppo vento, problemi di sicurezza

La Fòcara di Sant'Antonio torna in piazza dopo 55 anni, ma non viene accesa: troppo vento, problemi di sicurezza
di Francesco DE PASCALIS
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Sabato 16 Gennaio 2021, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 12:21

Piazza Sant'Antonio Abate, blindata e inaccessibile, era pronta per l'accensione della Fòcara a Novoli. Ma il rito antico in onore di Sant'Antonio Abate non è stato portato a termine: a causa del vento eccessivo, per ragioni di sicurezza, non è stato possibile accendere la pira di fascine posta - dopo 55 anni - al centro della piazza dedicata al santo. Per i superstiziosi un “segnale”, che arriva dopo quello della poi non così lontana Napoli, dove il sangue di San Gennaro, poche settimane fa, non si sarebbe sciolto come è bene accada  - e puntualmente accade - garantendo un'annata di buoni auspici e buoni frutti.

L'evento dell'accensione è dunque solo rimandato. Protagonisti della produzione del Comune di Novoli, intitolata “Libera nos”: il dolore, la preghiera, la speranza, un gruppo di artisti che hanno realizzato un format visibile in televisione sulle frequenze di Antenna Sud, canali 13, 85 e 90 del digitale. La regia è stata affidata a Tonio De Nitto, salentino proveniente dal teatro con la compagnia Factory, coadiuvato dai suoi stretti collaboratori come la coreografa italo olandese Barbara Toma, la costumista Lilian Indraccolo ed il performer Dario Cadei.

De Nitto ha unito un gruppo di artisti attorno al suo Teatro Traballante, ideando una cerimonia dalle atmosfere oniriche ed evocative. L'obiettivo dell'opera è raffigurare la comunità intenta a compiere un atto devozionale che assume oggi un valore apotropaico, un rito purificatorio, una preghiera di liberazione dal male di questo tempo - spiega De Nitto - un atto di devozione di una comunità ferita che chiede simbolicamente di essere liberata».

A reinventare e reinterpretare la comunità i performer: circa 50 tra acrobati e musicisti, quest'ultimi guidati dal maestro Cesare Dell'Anna che reinterpreta sia l'Inno a sant'Antonio (realizzato con Alessandro Dell'Anna) sia l'evento col suo sound che attinge alla tradizione della bandistica sacra rielaborandola nella contaminazione col folk e il balkan. Lo stesso Dell'Anna con Ekland Hasa è autore anche delle musiche del videomapping Le fascine della memoria. Ad accompagnare il viaggio proiettato sulla facciata del Santuario, la voce di Elisabetta Liguori, scrittrice leccese, testimone d'eccezione di questa cerimonia. Un altro talento novolese Mirko Piro, è il direttore di una produzione che conta oltre 30 unità tra fonici, datori luci, tecnici per le riprese.

A chiudere l'evento il secondo affidato all'Orchestra Popolare della Notte della Taranta diretta dal maestro Daniele Durante, con un percorso musicale che accosta la nostra tradizione al fado portoghese, l'antidoto contro le tentazioni del virus nel rapporto tra la devozione al Prometeo Cristiano, Sant'Antonio, e la tradizione popolare. L'orchestra ha pensato a un viaggio musicale e danzante dedicato al violinista novolese Francesco Mazzotta, cieco dalla nascita, citato da Ernesto De Martino.

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