Fra ninfe e satiri, la magia di Garrone per la collezione haute couture firmata da Maria Grazia Chiuri per Dior - IL VIDEO

Un frame del video Dior
Un frame del video Dior
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Martedì 7 Luglio 2020, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 14:03
Svelata esclusivamente on line, ha subito suscitato grande interesse e apprezzamento la collezione Haute Couture autunno-inverno 2020-21 firmata per Dior da Maria Grazia Chiuri, la direttrice artistica delle proposte donna della Maison francese, di origini salentine (il padre era di Tricase), attesa per il prossimo 22 luglio a Lecce per la sfilata della collezione Cruise 2021. Il giardino di Ninfa, in provincia di Latina, è la location del cortometraggio realizzato dal regista Matteo Garrone  proprio per Dior, che ha voluto presentare in questo modo la prossima collezione d'alta moda. Frutto della collaborazione fra il regista romano e la direttrice creativa della maison francese, il video dal titolo “Le Mythe Dior", ha già ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni sui canali social, che lo hanno lanciato ieri. 

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Il giardino creato dalla nobile famiglia Caetani è dunque la scenografia perfetta di questo piccolo gioiello della filmografia e della moda, un inno alla bellezza e all'eleganza che si ritrova poi negli abiti sontuosi e fiabeschi della collezione haute couture firmata da Chiuri per la prossima stagione.

«Mi è sempre interessato il mezzo filmico. E spesso ho pensato che avrei voluto sperimentarlo per restituire le atmosfere uniche dell’Haute couture. Il cinema è un lavoro creativo e insieme artigianale. Autoriale e corale. Molto simile al modo di lavorare della moda», spiega Chiuri. E l’occasione giusta è arrivata proprio con questa ultima collezione, che mobilita riferimenti e suggestioni diverse e che prende nuove strade per arrivare a destinazione.



Una storia impastata da tante storie: accumulo di passioni, curiosità, interessi, divagazioni che hanno occupato la mente di Chiuri in quel tempo sospeso che abbiamo appena passato, non ancora veramente finito. Matteo Garrone, artigiano di storie e di immagini affabulanti, uno dei registi italiani più conosciuti e più premiati, autore di film come Il Racconto dei racconti (Tale of Tales), (2015), Dogman (2018) o Pinocchio (2019) per citare solo gli ultimi, interpellato da Chiuri per dare forma a questa complessità immaginativa, si è messo in gioco senza pregiudizi.

Garrone è prima pittore, «un pittore figurativo» ci tiene a precisare: «Per questo l’ossessione per il corpo, la carnalità, l’eros, il desiderio, la luce fanno parte del mio cinema». Anche la moda ha a che fare con il corpo, si confronta con il desiderio. La narrazione del film materializza visivamente quel divagare tra gli immaginari che ha dato impronta alla collezione. Lo sguardo del regista esplora quel luogo incantato che è ancora oggi l’atelier. Un luogo delle meraviglie dove vediamo uno stuolo di première che lavora alacremente a finire gli abiti perfetti della haute couture che saranno indossati da manichini mignon. I manichini vestiti vengono disposti in un grande baule che ha la forma delle storica sede Dior in Avenue Montaigne a Parigi. Il baule è un oggetto magico, il polo di un campo magnetico da cui si irradiano forze speciali. Così lo vediamo apparire portato da due gemelli in una uniforme da operetta in un bosco incantato. Loro si inerpicano attraverso sentieri accidentati per portare alle creature che abitano quei luoghi il loro prezioso carico. Le scene che il regista compone, evocazione di immagini memorabili, attraverso metafore e procedimenti descrittivi propri dell’arte figurativa possono rimandare a Le metamorfosi di Ovidio. Ci sono ninfe, c’è una sirena, Narciso, una statua; c’è anche un satiro che con il suo desiderio irrompe nella narrazione. Ma sono i miti che per il regista sono l’origine della cultura occidentale, riattivati continuamente dalle favole, il dispositivo narrativo che viene innestato dall’atteggiamento surrealista capace di scardinare e contraddire ciò che l’occhio vede e la mente immagina.
 


L’atmosfera rimanda a un territorio mitologico e fiabesco. Le musiche del Maestro Paolo Buonvino, maestro concertatore della Notte della Taranta, accompagnano questo sogno in completa sintonia con le diverse energie che l’hanno progettato. Rimodulando quei momenti di leggerezza che si intrecciano nella narrazione. Il tema del film si muove tra le suggestioni di Erik Satie, risonanza di Parigi città della Haute Couture, e i ritmi di quel meridione d’Italia, che accomuna nelle origini Chiuri e Buonvino.

Li ritroveremo insieme, stavolta senza Garrone ma con l'occhio e il talento filmico di Edoardo Winspeare, a Lecce, il 22 luglio, per la presentazione della collezione Cruise in piazza Duomo. Intanto, godetevi l'haute couture e un assaggio della bellezza e della sapienza degli abiti realizzati da Dior. 
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