“Cor Cordis”, battiti di violino

“Cor Cordis”, battiti di violino
di Eraldo MARTUCCI
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Giugno 2021, 05:00

È ormai consuetudine che un nuovo album venga preceduto dall’uscita di un singolo, che ne anticipa i contenuti e aumenti la curiosità per il completo progetto discografico. Regola parzialmente osservata dal violinista e compositore salentino Francesco Del Prete, il cui brano “Lacci”, uscito un mese fa come anteprima di “Cor cordis”, non è però contenuto nel nuovo disco appena pubblicato con l’etichetta Dodicilune.
Album che sarà presentato questa sera alle 21 (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria tramite WApp allo 0832.373576) con uno showcase nel Chiostro del Convitto Palmieri di Lecce, nell’ambito della rassegna “Extra Convitto – Più lib(e)ri in Piazza”, promossa dal Polo Biblio-museale e dalla Regione Puglia.

L'ALBUM

L’album contiene nove composizioni originali per scoprire ciò che vive oltre la superficie delle cose e dell’essere umano e per andare al di là di ciò che l’occhio vede in “prima battuta” per approdare nel “Cor cordis”, il “cuore del cuore” del microcosmo che ci circonda. In alcuni brani il musicista, che alterna il violino acustico ed elettrico e si accompagna con loop station e suoni elettronici, è affiancato dalla voce di Arale - Lara Ingrosso, con cui condivide e cura anche la produzione musicale e artistica del disco, dal violoncello di Anna Carla Del Prete, dalla batteria di Diego Martino, dal sax soprano di Emanuele Coluccia, dal synth di Filippo Bubbico e dal trombone di Gaetano Carrozzo.

LE CANZONI

Il disco si apre con “Gemini”, la colonna sonora di una festa. «Gemini è il sud in piena estate. Gemini è una coppia che balla a piedi nudi tra la gente. Gemini, in latino, vuol dire “Gemelli”. Gemini è il mio segno zodiacale. Gemini sono Io», racconta Del Prete. A seguire “Lo gnomo” («quella parte di noi più deforme, irregolare, imperfetta, difettosa e di conseguenza alla continua ricerca della “bellezza”»), “Il teschio e la farfalla” (che «racconta di una farfalla che svolazza placidamente tra le orbite e le cavità vuote di un teschio, e si chiede in realtà chi tra i due faccia più paura: l’abisso oppure chi ci guarda dentro compiaciuto?») e “L’alveare” («un “capriccio”, che esprime la mia passione per determinati generi musicali, in questo caso il jazz in generale e l’hard-bop in particolare, con un richiamo sonoro allo sciame laborioso delle api»). 

La traccia conclusiva, “Tempo”, è un inno all’inesorabile scorrere delle lancette, così ciniche nel loro incedere indifferenti all’essere umano “Lacci”, invece, che è disponibile su tutte le piattaforme digitali e su YouTube, parla di rapporti indissolubili costruiti nel tempo, vincoli e relazioni talmente forti da annullare e superare distanze e ineluttabili incomprensioni.

Il brano – accompagnato da un videoclip diretto da Stefano Tamborino nel quale il violinista in prima persona si esibisce con e senza violino a rimarcare l’intensità della connessione indipendentemente dalla presenza o meno dell’altra parte – «narra di legami e collegamenti che si nutrono magicamente della stessa relazione, qualunque essa sia: un rapporto parentale, di amicizia, un amore travolgente e duraturo».

Francesco Del Prete inizia il suo percorso violinistico con gli studi classici per poi appassionarsi al mondo della musica etnica in generale e jazz in particolare, passioni che lo portano a ricercare sonorità inedite e modi alternativi di utilizzare lo strumento e di svelarne i lati nascosti anche attraverso l’utilizzo dell’elettronica.

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