Tanti auguri caro Lucio: Dalla e Battisti avrebbero compiuto 80 anni

Tanti auguri caro Lucio: Dalla e Battisti avrebbero compiuto 80 anni
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Marzo 2023, 14:03

Soltanto dodici ore e due città, Bologna e Poggio Bustone, separano la nascita dei due immensi "Lucio" della musica italiana. Il più anziano era Dalla, che avrebbe poi indelebilmente impresso il suo genetliaco nella memoria di tutti noi grazie a una delle più belle canzoni di sempre, "4 marzo 1943", che fu la vera trionfatrice del Festival di Sanremo 1971. 

Non si incontrarono mai sul palcoscenico


E appunto il 5 marzo 1943 nasceva invece Battisti, le cui canzoni sono tra le più amate colonne sonore del nostro Paese, capaci di raggiungere tutte le categorie sociali e di colpire in l'immaginario di uomini e donne. Due geni così vicini ma distanti che non si incontrarono mai sul palcoscenico. 
Agli inizi degli anni Ottanta Dalla parlò a Battisti di un suo grande progetto da fare insieme con tournée e poi un disco.

Ma Battisti rifiutò l'invito, perché ormai immerso in una nuova dimensione musicale. Avrebbero dunque compiuto ottant'anni proprio oggi e domani, ma Battisti è morto che ne aveva ancora 55, il 9 settembre 1998, e Dalla se ne è andato all'improvviso il 1 marzo 2012 nella camera di un albergo dopo un concerto al festival Jazz di Montreux. 

L'ultima apparizione di Dalla a Sanremo


Pochi giorni dopo l'ultima sua apparizione a Sanremo quando diresse l'orchestra accompagnando il tarantino Pierdavide Carone in "Nanì", impreziosendo ogni tanto l'esecuzione con la sua voce. Due musicisti che hanno rinnovato profondamente la canzone italiana, influenzando inevitabilmente tutti coloro che sono venuti dopo. Battisti lo ha fatto in modo più personale, scegliendo di non apparire sulle scene per diversi anni, evitando i concerti e formando con Mogol (autore dei testi di gran parte delle sue canzoni) un sodalizio che resterà nella storia della musica italiana. Dalla, autore estroso capace di scrivere testi eccezionali, è stato meno solitario duettando con i più grandi artisti e addentrandosi con curiosità ed eclettismo nei più diversi generi musicali, con una grande passione per il jazz che si manifestò nei suoi inizi dixieland bolognesi. In una cantina di Bologna si esibiva infatti la Rheno Dixieland Band, poi trasformatasi in Doctor Dixie Jazz Band. Gruppo che dal 1960 aveva al clarinetto, accanto a Pupi Avati, proprio Lucio Dalla. 
Per entrambi un profondo rapporto con la Puglia: più intenso quello di Dalla e più episodico, ma ugualmente importante, quello di Battisti. 


Dalla, questa è ormai storia, portava nel suo cuore il Gargano e amava visceralmente le Isole Tremiti che considerava la sua seconda casa. Amore trasmesso dalla madre Iole, che iniziò a frequentare la Puglia nel 1933, quando suo padre Ettore, rimasto vedovo, si trasferì a Manfredonia per lavoro. E Iole, che era sarta, continuò ad avere uno stretto rapporto con la città anche dopo il matrimonio a Bologna, e ogni estate scendeva per le vacanze "lavorative" portandosi dietro il piccolo Lucio. E come la madre anche lui sarebbe diventato un fedelissimo devoto di Padre Pio. Ovviamente il legame più intenso è stato poi con il suo delirante pubblico che nel corso degli anni lo ha potuto ammirare nei teatri, nelle arene e negli stadi di tutte le città pugliesi. 


Gli esordi di Battisti musicista e non ancora cantante invece risalgono all'estate 1961, quando arrivò la sua prima vera scrittura professionale con la formazione che accompagnava Leo di Sanfelice, gli Svitati. Il gruppo si trasferì a Brindisi e poi alla Selva di Fasano a suonare per tutta la stagione estiva alla Casina Municipale. «Lucio Battisti era un fantastico chitarrista di rock and roll ricorda di Sanfelice ed appena finita la scuola venne a suonare con me alla "Sciascia a mare" di Brindisi e quindi alla Selva». Da qui in poi è storia nota, a partire dall'incontro con Giulio Rapetti, meglio noto con lo pseudonimo di Mogol. Tra i frutti della loro straordinaria collaborazione la leggenda narra che quella famosa "acqua azzurra, acqua chiara", anno 1969, si riferisse al mare cristallino di Porto Cesareo, fonte di ispirazione per i due grandi artisti che si trovavano lì in vacanza. Il legame certo è quello con Torre Squillace, la marina più a nord della costa di Nardò, dove Mogol comprò una villa sul mare per passarvi diverso tempo fra il 1971 e il 1974, casa dove Battisti fu spesso ospite, e nei periodi di sua permanenza nacquero altri grandi loro capolavori. E per ricordare tutto questo dall'anno scorso c'è una statua in bronzo, opera dell'artista neretino Dario Tarantino, che ritrae Lucio Battisti a grandezza naturale, posta proprio in corrispondenza di quella villa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA