Enrico Vanzina in rosa: «Con "Tre sorelle" metto al centro le donne. Tra fragilità e sentimenti»

Enrico Vanzina in rosa: «Con "Tre sorelle" metto al centro le donne. Tra fragilità e sentimenti»
Enrico Vanzina in rosa: «Con "Tre sorelle" metto al centro le donne. Tra fragilità e sentimenti»
di Michela Greco
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 15:28

«Mi sembrava interessante, in un momento in cui tutti parlano delle donne, raccontarle con l’occhio di uno sceneggiatore che per tutta la vita ha fatto il lavoro di guardare gli altri». E così ecco che, con “Tre sorelle”, dal 27 su Prime Video, Enrico Vanzina ha messo in campo quattro protagoniste – Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini e Rocio Muñoz Morales – e lasciato gli uomini nell’angolo di uno spazio narrativo ridotto. Alla sua seconda regia dopo Lockdown all’italiana, “l’instant movie” uscito a ottobre 2020, Vanzina le ha immaginate figlie diversissime di un papà latin lover, tutte in crisi sentimentale, che si riuniscono in una villona al Circeo insieme alla massaggiatrice Lorena, anche lei con il cuore spezzato. 


Le Tre sorelle del suo film soffrono per amore, ma non si sentono sconfitte. 
«Ne avevamo già fatti tanti, con Carlo, di film sulle donne, ma questa è la prima commedia romantica. Le donne sono sempre state il centro della mia vita e volevo raccontarle senza sconti, facendo emergere fragilità e sentimenti. Mostrare come la cosa importante, alla fine, per tutte e tutti, sia “riuscire a stare bene io con me”, come ho scritto nella canzone interpretata nel film da Annalisa Minetti». 
I giovani del film raccontano di una generazione libera, fluida, aperta…
«Quando ero piccolo c’erano i primi genitori separati e i loro figli soffrivano in silenzio, c’erano omertà e ipocrisia. Oggi tutto questo, per fortuna, è superato e i ragazzi, da questo punto di vista, stanno molto più avanti di noi. Su altre cose no: hanno un senso della socialità, della cultura e della famiglia diversi, sono una generazione spaccata dalla tecnologia». 
Chiara Francini è Caterina, la costumista di Sorrentino e di grandi autori italiani… Come è nato il suo personaggio? 
«Sono cresciuto nel cinema e ho conosciuto tante persone che vedono il mondo solo attraverso un’infatuazione per questo sogno e finiscono per diventare quasi ridicole. Caterina non vive nella realtà, ma immagina, finge, e si ritrova sola. “Tre sorelle” è ambientato nel 2019, prima della pandemia».
C’era bisogno di spensieratezza? 
«Sì, se nel racconto ci fossero state anche le mascherine, quel tema avrebbe sovrastato tutto». 
Siamo a ridosso dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica e in molti vorrebbero una donna. Che ne pensa? 
«Che sarebbe ora che ci fosse uno sfondamento epocale anche su quel terreno, ma non bisogna eleggere una donna solo per questioni di quote.

Bisogna trovare una figura giusta, ce ne sono tante e penso che sarebbe una conquista per la politica italiana».

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