Sylvester Stallone: «Il mio supereroe lascia la pensione ed elimina le gang». In arrivo il nuovo film Samaritan

Sylvester Stallone: «Il mio supereroe lascia la pensione ed elimina le gang». In arrivo il nuovo film Samaritan
Sylvester Stallone: «Il mio supereroe lascia la pensione ed elimina le gang». In arrivo il nuovo film Samaritan
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Agosto 2022, 07:42

Ci voleva Sylvester Stallone, con i suoi 76 anni leggendari e la sua immarcescibile sete di sfide, per dare vita a un supereroe in pensione che ormai impugna la ramazza e rovista nei cassonetti: in Samaritan, il film di Julius Avery ispirato all'omonimo fumetto (su Prime Video dal 26 agosto), l'attore interpreta infatti un netturbino che vive ai margini della società. Ma in realtà è Samaritan, il supereroe che tutti credono morto 25 anni prima in uno scontro con il rivale Nemesis: sarà il vulcanico vicino di casa tredicenne (Javon Walton) a scoprire la sua vera identità e a convincerlo a tornare in servizio per liberare la città di Granite City, in preda al caos, dalla violenza seminata da una gang di criminali. E lui si mette nuovamente in gioco in un tripudio di mazzate ultra-spettacolari, duelli, colpi di scena dominati dal carisma dell'ex Rocky, muscoli sempre pompatissimi e proverbiale autoironia che aggiunge più di un tocco umoristico alla storia.

IL PROGETTO
«La proposta del film è arrivata proprio mentre mi stavo interrogando su quale fosse il modo migliore per portare sullo schermo la violenza e la paura che caratterizzano i nostri tempi», spiega serafico Stallone, collegato dalla cucina di casa, a Los Angeles, «la società ha sempre avuto bisogno di eroi mentre il cinema è pieno di personaggi che hanno poteri eccezionali e fanno cose mirabolanti, ma la mia sfida è stata interpretare un supereroe tutto nuovo».

In che senso? «È vulnerabile, un tipo in cui chiunque può identificarsi. Mica posso fare Rambo tutta la vita».

Sly non si arrende. Ha recentemente ufficializzato sui social la sua battaglia legale contro il produttore 93enne Irwin Winkler per avere «quel che resta» dei suoi diritti di Rocky, una saga che dal 1976 ha incassato, tra i 5 sequel e i due spin-off, qualcosa come 3 miliardi di dollari.
Ma, assicura l'attore, «nessun produttore voleva farla perché ha un protagonista vulnerabile, che ha il cuore spezzato ed è pronto alla sconfitta. Invece la gente lo ha adorato proprio per questo». Intanto l'attore continua a lavorare: I mercenari 4, I Guardiani della Galassia 3, la serie Tulsa King e il film Little America sono i suoi impegni immediati.

«La verità è che mi diverto a recitare più ora di quando avevo 30-35 anni», rivela con un guizzo malizioso negli occhi, «si dice che da vecchi si diventi più cinici, io so soltanto che ho bisogno di stare in mezzo ai giovani. Sono un vampiro delle loro emozioni: amo la fame di esperienze, l'energia degli attori e dei registi non ancora stagionati». Sul set di Samaritan, aggiunge, si è sentito benissimo: «Ho assorbito la vitalità del mio partner 13enne Javon Walton che, all'inizio, credo di avere intimidito, tanto che in mia presenza parlava a voce bassa. Mi sono allora messo nei suoi panni, ricordando quando mi trovai per la prima volta al cospetto dei miei idoli Robert Mitchum e John Wayne e quasi svenni dall'emozione, e mi sono messo a scherzare per mettere Javon a suo agio».

Pensare che all'inizio della carriera non voleva girare i film d'azione: «Poi, piano piano, ne sono rimasto affascinato, ho capito quanto siano potenti e soprattutto comprensibili da ogni tipo di pubblico, ad ogni latitudine: anche se togli il sonoro, capisci la storia perfettamente. Tutti i modelli che hanno forgiato la mia personalità hanno puntato sulla forza fisica: il wrestler Bruno Sammartino, il culturista Steve Reeves, il pugile Rocky Marciano». Un tema di Samaritan è la seconda possibilità: viene data al protagonista che, riscattando il suo passato, può fare qualcosa di buono per la società. L'ha avuta anche Stallone? «Tutti commettiamo degli errori e passiamo la seconda parte della vita a rimpiangere le decisioni sbagliate», risponde l'attore, «ma dagli sbagli bisogna sempre imparare qualcosa. Per questo uno dei temi che amo trattare sullo schermo è la redenzione».

LE FIGLIE
Alle tre figlie minori Sophia, Sistine e Scarlet raccomanda «di stare sempre attente, la vita là fuori è difficile». Nel tempo che gli resta da impazzare sul set vuole fare un cinema ancora ricco di emozioni: «Perché possono essere condivise al di là del tempo e dello spazio. L'umanità ha bisogno di sentirsi connessa. Più che mai oggi».

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