Sophia Loren, una diva senza tempo verso l'Oscar dei record

Sophia Loren, una diva senza tempo verso l'Oscar dei record
di Titta Fiore
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Venerdì 13 Novembre 2020, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 19:58

«Quando si arriva sulle soglie degli ottanta, a volte si è presi dalla voglia di ricominciare tutto da capo, si rinasce nei ricordi e ci si innamora del futuro». Ieri, oggi, domani. Non a caso Sophia Loren volle intitolare come uno dei suoi film più celebri, girato con l'amato De Sica, l'autobiografia scritta qualche anno fa per Rizzoli: perché la vita, anche una vita piena, ricca e straordinaria come la sua, in fondo non è che un eterno ritorno. Dopo ogni caduta ci si rialza, a ogni traguardo si ricomincia. E così, tornando sul set dopo un lungo periodo di inattività per «La vita davanti a sé», da oggi disponibile su Netflix in 190 paesi, la divina Sophia a 86 anni si è sentita emozionata come un'esordiente.

«Mia madre affronta ogni film come se fosse il primo» racconta Edoardo Ponti che l'ha diretta con devozione di figlio. Ed è questo, probabilmente, il segreto della grandezza di una diva che non conosce le stanchezze del tempo: affrontare ogni prova come se fosse la prima, con tenacia, costanza, rigore assoluti. Senza vergognarsi di ammettere che, ogni volta, il cuore in petto continua «a fare putipum».

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Ora, se le cose andranno come tutti, a partire dall'autorevole «Variety», dicono a Hollywood, se per il ruolo dell'ex prostituta Madame Rosa inseguita dagli incubi del lager le arriverà una candidatura all'Oscar, la sua già strepitosa carriera si arricchirà di un nuovo primato: dopo le due statuette vinte nel 1962 per «La ciociara», prima attrice ad aggiudicarsi il premio per un film in lingua straniera, e nel 1991 alla carriera, nel caso di una nuova nomination la Loren sarà infatti la star richiamata in gara dopo il più lungo lasso di tempo, ben 56 anni dall'ultima nomination, arrivata per «Matrimonio all'italiana» nel 65. «Non ci voglio nemmeno pensare», dice allontanando l'idea con un sorriso. Del resto, nessun record, nessuna cabala statistica potrebbe accrescere la sua leggenda. Perché a Sophia Loren è già riuscita l'alchimia miracolosa sfuggita di mano ad altre belle-ricche-e-famose meno strutturate, meno disciplinate di lei. Dietro la patina di glamour hollywoodiano la diva italiana più famosa del mondo ha saputo conservare intatta la sua essenza di donna che ha attraversato la guerra, la fame, il dolore e non lo dimentica.

Di lei non si conoscono eccessi, colpi di testa, sbavature e se li ha avuti, non lo ha dato a vedere: «Il successo ha un peso che bisogna imparare a gestire».


«Non piangere mai per qualcosa che non possa piangere per te», le insegnò De Sica. Non ha dimenticato la lezione. Era una bambina «lunga lunga e secca secca», è diventata un mito inossidabile. Cresciuta senza padre, ha voluto a tutti i costi il calore di una famiglia, agli amori da rotocalco ha preferito la rispettabilità del matrimonio. Da sua madre Romilda, un sergente di ferro affascinante come Greta Garbo, ha imparato «che le cose belle arrivano quando meno te le aspetti». Ieri, oggi, domani. Ha lottato per essere la Loren, ma continua a considerare la vita che si è data il suo film migliore.

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