'Non c'è più religione' con Gassmann e Bisio: “Ironizziamo su fede e pregiudizi”

'Non c'è più religione' con Gassmann e Bisio: “Ironizziamo su fede e pregiudizi”
di Michela Greco
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Martedì 6 Dicembre 2016, 08:43

«Il paesino in cui si svolge la storia è una metafora di ciò che accade nel mondo, della grande confusione sulle religioni e dei troppi scontri che le riguardano». Dopo i successi di Benvenuti al Sud e al Nord, Luca Miniero torna in un borgo (stavolta siamo alle Tremiti) per raccontare con Non c’è più religione le difficoltà dei paesani nel mettere in scena il loro tradizionale presepe vivente: con il calo delle nascite, anche il più piccolo del paese è ormai troppo cresciuto e allora bisogna allargare lo sguardo e cercare un Gesù bambino tra i musulmani dell’isola.

A darsi da fare per comporre il presepe alternativo è il sindaco Claudio Bisio, che prima si scontra e poi collabora con gli amici di infanzia da poco ritrovati: la suora Angela Finocchiaro e il convertito all’Islam Alessandro Gassmann. «Il gioco della presa in giro dei luoghi comuni fatto con Benvenuti al Sud e al Nord - ha sottolineato Bisio - qui viene declinato in termini religiosi. È un tema delicato in questo momento storico, dopo le vicende drammatiche del Bataclan, ma che può comunque essere trattato con leggerezza e ironia».

Nabiha Akkari, che interpreta la moglie musulmana di Gassmann, ha raccontato di essere andata a curiosare tra i commenti della pagina facebook del film, che sarà al cinema dal 7 dicembre: «Ce n’erano diversi scritti in arabo da nordafricani che vivono in Italia: dicevano di essersi divertiti con la scena del trailer e anche che avevano voglia di andare a vedere il film. L’autoironia e il senso dell’umorismo sono universali». In questa comunità sgangherata in cui fanno capolino anche il buddismo e l’ebraismo, fa incursione il Vescovo (Roberto Herlitzka), alla cui approvazione viene sottoposto il presepe multietnico con tanto di lama al posto del bue: «Nella Chiesa c’è un confronto, anche aspro, tra modernità e tradizione - ha commentato Luca Miniero – che infatti è stato raccontato anche in The Young Pope. Il mio vescovo fatica a capire i dettami della chiesa di Roma, più moderna di quanto si immagini, di cui Papa Francesco rappresenta l’elemento più rivoluzionario».

Si fa spazio, poi, anche l’ingombrante attualità del post-referendum, ma Bisio e Gassmann se la cavano con una battuta: «Domenica è stata una giornata dura – ha commentato quest’ultimo – ma alla fine è andata bene: la Roma ha vinto due a zero».
 

 

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