Mel Gibson, morto il papà Hutton: estremista cattolico, disse che l'Olocausto era una finzione

Mel Gibson, morto il papà Hutton: estremista cattolico, disse che l'Olocausto era una finzione
Mel Gibson, morto il papà Hutton: estremista cattolico, disse che l'Olocausto era una finzione
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Giugno 2020, 12:16
Grave lutto per l'attore e regista Mel Gibson. Il padre Hutton Gibson è morto a 101 anni a Thousand Oaks lo scorso 11 maggio, ma la notizia è stata scoperta solo nelle ultime ore, dopo che la stampa americana lo ha appreso consultando un database della California: Hutton, noto per essere un tradizionalista cattolico, era molto critico nei confronti della chiesa moderna ed era finito più volte al centro di aspre polemiche per le sue opinioni antisemite.

Leggi anche > Barbara D'Urso anti-Covid: «Per le mie info sul virus ho avuto i complimenti da Conte e Speranza»

Gibson senior è morto al Los Robles Hospital and Medical Center: nessuno della famiglia, compreso il figlio Mel - che in queste settimane ha ufficializzato La Resurrezione, il sequel de La Passione di Cristo) ha voluto confermare o commentare la morte dell'uomo, ormai molto anziano. Hutton Gibson era finito spesso sui giornali sostenendo tesi ed opinioni piuttosto imbarazzanti ed estreme. Era arrivato a negare la legittimità di Giovanni Paolo II come Papa, una volta definendolo un «baciatore del Corano», ed aveva sostenuto che il Concilio Vaticano II era stato «un complotto massonico appoggiato dagli ebrei». Aveva definito l'arcivescovo tradizionalista Marcel Lefebvre un «compromesso».
Le sue opinioni dogmatiche gli avevano fatto guadagnare il soprannome di «Papa Gibson». Dopo essere stato espulso da un gruppo conservatore in Australia, dove si era trasferito con la sua famiglia dallo Stato di New York nel 1968, Gibson aveva fondato l'Alleanza per la tradizione cattolica.
E a partire dal 1977 aveva diffuso le sue opinioni ultra-ortodosse in una newsletter, «La guerra è ora!», e in alcuni libri che si era autopubblicato raggiungendo sempre un pubblico molto 'di nicchià. Ma quando il figlio Mel, sesto di 11 figli, è diventato una star del cinema di Hollywood, la notorietà del padre è aumentata, spesso a detrimento dell'immagine pubblica del figlio.
Nel 2003, mentre Mel Gibson dirigeva «La Passione di Cristo», il suo film sulla crocifissione, Hutton Gibson rilasciò un'intervista al 'New York Times' intrisa di commenti sulle teorie del complotto, dicendo che gli aerei che si erano schiantati contro il World Trade Center l'11 settembre 2001 erano stati controllati a distanza (ma senza dire da chi) e anche che il numero di ebrei uccisi nell'Olocausto era stato fortemente gonfiato. Poi, in un'intervista radiofonica una settimana prima dell'uscita di «The Passion» del febbraio 2004, Gibson andò oltre, dicendo dell'Olocausto: «È tutto, forse non proprio tutto, una finzione. Ma per la maggior parte lo è». Scatenando una polemica già strisciante sul fatto che il film fosse antisemita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA