Freaks Out, i mostri di Mainetti tra circo e nazismo: «Un'armata Brancaleone in cerca di abbracci»

Freaks Out, i mostri di Mainetti tra circo e nazismo: «Un'armata Brancaleone in cerca di abbracci»
di Alessandra De Tommasi
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Giovedì 9 Settembre 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 08:46

VENEZIA - Circo e nazismo: solo Gabriele Mainetti avrebbe potuto accostare due realtà del genere e tirarne fuori un kolossal all’italiana. Si chiama Freaks out e arriverà in sala dal 28 ottobre, dopo la prima mondiale in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Dopo il successo clamoroso di Lo chiamavano Jeeg Robot, il regista è tornato a lavorare con Claudio Santamaria, qui in versione uomo-lupo Fulvio accanto a Cencio (Pietro Castellitto), capace di dominare gli insetti, e Matilde, la ragazza elettrica (Aurora Giovinazzo) e Mario, l’uomo-calamita (Giancarlo Martini). 


«Appena ho letto la sceneggiatura – spiega Santamaria – ho pensato: Finalmente! E mi sono emozionato. Mi è sembrata una diga del fantasmagorico e dello spettacolare che esplora vicende umane vicini a tutti. Quest’armata Brancaleone, con poteri che non si sanno utilizzare se non in modo infantile, diventa eroica quando aiuta gli altri. Non maschere o caricature, ma esseri umani con un’anima complessa». Gli fa eco Pietro Castellitto, figlio d’arte già volto di Totti in tv: «Per me questo è stato un viaggio incredibile, un master in recitazione e regia, che mi ha aiutato quando mi sono cimentato l’anno dopo dietro la macchina da presa». 
Un punto di forza di questo gioiellino resta la centralità dell’elemento femminile: «All’inizio i personaggi sono impauriti, vigliacchi e pieni di idiosincrasie.

Poi però nel rapporto con l’universo della donna del gruppo cambiano e questa ragazzina diventa un angelo tremendo: solo nella diversità può essere libera e illuminarci tutti».

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