Il sesso degli angeli, Pieraccioni si fa prete: «Ho nostalgia degli oratori, ma i sacerdoti dovrebbero sposarsi»

Il sesso degli angeli, Pieraccioni si fa prete: «Ho nostalgia degli oratori, ma i sacerdoti dovrebbero sposarsi»
Il sesso degli angeli, Pieraccioni si fa prete: «Ho nostalgia degli oratori, ma i sacerdoti dovrebbero sposarsi»
di Paolo Travisi
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Martedì 12 Aprile 2022, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 16:27

Nella carriera di un comico, non può di certo mancare un prete. E nel suo 14° film, Il sesso degli angeli, Leonardo Pieraccioni veste la toga di Don Simone, sacerdote di una piccola chiesa, nel cuore dei parrocchiani, non di certo dei giovincelli, che vive un momento di difficoltà economica. Per attirare dei giovani, e sottrarli ai social, avrebbe bisogno di fondi sufficienti per aprire un oratorio, ma il crollo del tetto, rende la situazione ancora più sconsolante. Per fortuna arriva l'eredità del solito zio, l'immancabile Massimo Ceccherini, che appare nei panni di un "diavolo" passato a miglior vita, e che ha fatto fortuna in Svizzera. Insieme al sacrestano naif, Marcello Fonte, Don Simone andrà a Lugano dove scoprirà di aver ereditato un bordello di lusso, dove la maitressa è un'elegante Sabrina Ferilli. Nel cast, insieme al trio Pieraccioni-Ferilli-Fonte, troviamo un nutrito gruppo di attrici, Eva Moore​Gabriela Giovanardi, Maitè Yanes, Valentina Pegorer e Giulia Perulli, che intepretano le lavoratrici del sesso.

Dopo aver interpretato il 30enne travolto dall'Amore, il 40enne eterno Peter Pan, il 50enne che fa i conti con la famiglia e la prole, "a quasi 60 anni è cambiata ancora la mia visione della vita e l’idea di un prete che eredita un bordello svizzero pensavo fosse sfiziosa. Partendo da questa boutade cabarettistica, ci piaceva raccontare i primi veri bilanci che si fanno alla mia età, quando si inizia a intravedere l’età della pensione. E ci si chiede ho fatto bene o ho fatto male? Questo è quanto si chiede il mio personaggio" spiega Pieraccioni nella conferenza stampa de Il sesso degli angeli, in sala dal 21 Aprile (O1 Distribution).

Per raccontare la vita di un bordello, Pieraccioni ne ha parlato con un direttore che in Svizzera ne gestisce cinque "mi ha detto che tutte le ragazze che fanno questo lavoro hanno un piano B, e che spesso vogliono arrivare a fare altro, ma sono favorevole alle case chiuse in Italia, anche perché quando torno a casa mia in campagna, c'è una strada lunghissima e molto fredda d'inverno e queste ragazze mi fanno tenerezza".

"E’ un reato lo sfruttamento della prostituzione, ci troviamo di fronte alla grande ipocrisia di questo paese, sono problemi che vanno oltre l’etica - dice Sabrina Ferilli - siccome c’è la prostituzione credo sia giusto tutelarla, ma non viene regolamentata perché non è ritenuta meritoria di questo".

Il comico toscano, conferma che dal 1995 in poi, l'anno del boom miliardario (in lire) de I Laureati, continua a divertirsi, anche se non manca un pizzico di malinconia per il mondo pre-social. "Io sono tra le ultime generazioni che ha frequentato gli oratori, ci passavo i pomeriggi, la mia è stata un’infanzia meravigliosa, mentre mia figlia di 11 anni, incontra i suoi amici su Instagram in videochat. Per questo il mio è un prete che vuole abbracci, che probabilmente oggi si danno solo in Africa dove si vive come accadeva negli anni Sessanta".

Al suo fianco, Pieraccioni, per la prima volta ha scelto Sabrina Ferilli, che ha ammesso di aver accettato perché "mi piace il suo stile. Ho fatto anche film di De Laurentiis che si muovono su una comicità grottesca, la sua invece ha una vena romantica. La mia adesione è stata alla persona ed al regista che conoscevo, ho accettato anche prima del copione" rivela l'attrice.

 

Sempre garbate e mai politicamente scorrette, le commedie di Pieraccioni si muovono sempre sul binario doppio tra leggerezza ed ottimismo che si fatica a trovare. "Con il politicamente corretto oggi stiamo esagerando. Prima eravamo pecorecci, alcune battute del Ciclone oggi non si potrebbero neanche pensare, ma oggi si esagera nel senso opposto, ma se si ascoltassero le nostre chat e cene private, chiaro che ci metterebbero in galera. Credo che tra 2 anni questa situazione si stempererà. Anche perché le battute sono volgari o brutte quando non ride nessuno".

Non si può non chiedere il punto di vista di un cabarettista sull'affaire Will Smith, escluso dagli Oscar per 10 anni dopo lo schiaffo a Chris Rock. " Non va bene tirare una crocca in faccia, bastava che dicesse che si trattava di una malattia e sarebbe diventato un eroe. Le battute non sono tutte buone, ma lo schiaffo è quello del pubblico quando non ride alle battute" ha chiosato Pieraccioni, mentre per Sabrina Ferilli "è stato fuori luogo, ma anche le sanzioni dell’Academy. L’America è piena di colpi di scena senza senso".

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