Eddie Murphy: «Torno sul trono con "Il principe cerca figlio", la mia monarchia di colore diventata fenomeno pop»

Eddie Murphy: «Torno sul trono con "Il principe cerca figlio", la mia monarchia di colore diventata fenomeno pop»
Eddie Murphy: «Torno sul trono con "Il principe cerca figlio", la mia monarchia di colore diventata fenomeno pop»
di Alessandra De Tommasi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Marzo 2021, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 16:05

Il tempo passa, i miti restano. E così Eddie Murphy - a oltre trent’anni da Il principe cerca moglie e le sue due nomination agli Oscar (costumi e trucco) – rivisita uno dei suoi film cult. Nel sequel Il principe cerca figlio, dal 5 marzo su Amazon Prime Video, l’attore (60 anni ad aprile) ripropone il suo sovrano Akeem del regno di Zamunda di nuovo in viaggio verso il Queens. 

 


Per l’occasione riporta in scena tutti, ma proprio tutti, i personaggi della pellicola-madre e alza il tiro: il sovrano è felicemente sposato e ha tre splendide ragazze (una di loro, Omma, è interpretata da Bella, una dei dieci figli di Murphy).

Al trono però serve un erede maschio, ecco perché la storia si sposta dall’Africa agli Stati Uniti, alla ricerca del primogenito - procreato prima di conoscere la futura moglie - di cui ignorava l’esistenza. 


Perché ha aspettato tanto per il sequel?
«Non è stato facile perché Akeem ha avuto il suo lieto fine e serviva un gancio con il presente che avesse appeal per il pubblico e che riportasse in scena il cast al gran completo».


Cosa ha rappresentato per lei il primo film?
«Non solo per me ma per tutta comunità afroamericana, Il principe cerca moglie ha fatto la storia. Per la prima volta in assoluto al cinema c’è una storia con cast tutto di colore al centro di un successo planetario. Il pubblico, senza esclusione di razza, si è identificato nelle vicende e questo ha fatto la differenza».


Nelle altre storie non succedeva?
«I film con protagonisti di colore di solito parlano di ingiustizie sociali, situazioni di cui magari all’estero importa poco. Noi parlavamo di famiglia, amore, tradizione, oltre che di fare la cosa giusta, ossia tutti valori universali».


E poi c’è la black royalty, una monarchia di colore …
«Esatto! Mai vista una cosa simile: sono stato il primo e poi è arrivato Black Panther. Ho mescolato l’umorismo con temi senza tempo, un vero e proprio testamento artistico per me. Il film è diventato un cult, fa parte della cultura pop, ha ispirato costumi di Halloween, generato band tributo ai Sexual chocolate, un gioco di parole divertente e piccante passato alla storia, per non parlare del “mic drop” (il gesto di far cadere il microfono, ndr.): lo abbiamo inventato noi».


Al suo fianco ritroviamo Arsenio Hall, nei panni del consigliere Semmi e non solo…
«Lui è stato straordinario: si è sobbarcato l’onere d’interpretare molti altri personaggi perché sapeva che io non avrei avuto il tempo di farli tutti. Ricordo ancora il momento sul set quando me l’ha proposto e da lì in poi lo si trovava sempre alle 4 e mezza del mattino per le sezioni lunghissime di trucco».

Vedere James Earl Jones nei panni di suo padre commuoverà il pubblico…
«Ormai non viaggia più ma pur di esserci ha girato le sue scene a New York, da solo. L’unico neo, infatti, è stato non aver avuto il privilegio di girare con lui».
riproduzione riservata ®

© RIPRODUZIONE RISERVATA