“Appena un minuto”, Max Giusti riavvolge la vita di 60 secondi per cambiare il destino. «Il mio angelo custode? Marco Tardelli»

Il cast Appena un minuto
Il cast Appena un minuto
di Paolo Travisi
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Giovedì 26 Settembre 2019, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 15:21

Appena un minuto. Quante situazioni, incontri, possibilità sarebbero potute cambiare se avessimo avuto, per magia, l’opportunità di riavvolgere il nastro della vita anche solo di un minuto. Questo il motore che muove la commedia, Appena un minuto (dal 3 ottobre al cinema), scritta da Max Giusti e diretta da Francesco Mandelli.

Il protagonista è Claudio, cinquantenne, agente immobiliare con qualche problema economico da risolvere, padre di due figli adolescenti e separato dalla moglie, interpretata da Susy Laude, dopo che ha perso la testa per un improbabile re della zumba, Dino Abbrescia. Con i soldi sul conto corrente che scarseggiano, è costretto a vivere insieme alla mamma, Loretta Goggi, che ha lasciato la sua cameretta, intatta come 40 anni prima. A cambiar il destino avverso di Claudio, la necessità di comprare uno nuovo cellulare, comprato in un negozio cinese, dotato di un’app magica, per così dire. Basta un click per riavvolgere qualsiasi situazione spiacevole di 60 secondi, giusto il tempo di trasformarla a proprio favore. E questo dà il via ad una serie di gag e situazioni comiche ed incontri, con cui Max Giusti, cerca di sistemare la propria vita.



Ed a proposito di incontri, quello tra Max Giusti e Francesco Mandelli, attore di grande successo, basti pensare a I soliti idioti, ed ora dietro alla macchina da presa, viene definito dall’attore “quasi magico. Era venuto ospite a Radio 2 ed una volta ci eravamo visti a Quelli che il calcio, ma non ci conoscevamo e poi la sceneggiatura era quasi finita. E’ stato il produttore Marco Belardi a presentarmi Mandelli come regista, ed in un quarto d’ora abbiamo capito che avremmo lavorato insieme, perché io cercavo un regista che mi spingesse oltre, ed è andata così.

“Prima dell’incontro mi hanno proposto il tema del film, e nella mia testa si sono aperti molti riferimenti nel cinema del passato, e siccome ora mi interessa molto fare il mestiere del regista, la cosa migliore per me è lavorare sulla sceneggiatura di altri. Così ho lavorato su quello che penso siano state le sue richieste” aggiunge il regista alla conferenza stampa di presentazione del film. A proposito del protagonista, Giusti, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Igor Artibani e Giuliano Rinaldi, confessa che “il personaggio è distante da me, ma neanche troppo, perché quando si scrive una storia ci si mette sempre del proprio”.

Bello il ruolo scritto e pensato per Loretta Goggi. “E’ stata un’esperienza divertente diversa da tutte le nonne, mamma, malate che ho sempre fatto in televisione ed al cinema, e poi io sono romana da sette generazioni e finalmente, con questa mamma vecchio stile, posso parlare la mia lingua, il romano”.

Ed in merito al rapporto genitori-figli, “Appena un minuto” consente di guardare allo specchio quei meccanismi di incomunicabilità di oggi. “La tecnologia ha creato un solco generazionale ancora più forte tra padri e figli, oggi si fatica a capirsi, perché si parlano proprio lingue diverse – sottolinea Mandelli - magari mia figlia che tra dieci anni ne avrà 14, parlerà la lingua degli hobbit. E poi, io che adoro la comicità romana, e con tutte le dovute distanze, mi viene da pensare al Verdone di 30 anni fa, quando in Un sacco bello, raccontava lo scontro tra il fascio Brega e i figli dei fiori”.

Tra le chicche del film, la presenza del campione del mondo, Marco Tardelli, fortemente cercato da Max Giusti, idolo della sua infanzia. “Tardelli è una sorta di angelo custode, in realtà non si sa se Tardelli ci sia veramente nel film, perché lo vede solo il mio personaggio. Io appartengo a quella generazione cresciuta più lentamente di tutti, a 50 anni ci chiamano ancora ragazzi. Tardelli rappresenta la speranza dell’Italia, che si stacca dal muro della cameretta e ti sta vicino nei momenti complicati”. Tra gli altri intepreti del film Dino Abbrescia, che ruba la moglie al personaggio di Max Giusti, Paolo Calabresi nei panni di “un nullafacente totale, il classico amico della nostra generazione che dà sempre consigli sbagliati, che si approfitta delle tue fortune, in modo bonario, noi siamo la generazione i cui padri hanno vissuto il boom e noi non abbiamo concluso nulla”.

Tra i camei d'eccezione, J-Ax, in veste di talent scout, scelto da Mandelli. "Il figlio del personaggio di Max Giusti, avrebbe voluto fare rap, ma per renderlo più contemporaneo ho scelto la trap, in cui tutti gli artisti hanno creato un nuovo linguaggio, che piaccia o meno, io non li giudico, ma come fenomeno mi interessa. Se li vedi nelle stories parlano una lingua incomprensibile, ecco perché abbiamo pensato a J-Ax che potesse fare quella riflessione sulla musica, ironica, ma anche credibile. Nel mondo della trap, c’è un gioco tra l’esserci ed il farci, se non chiudono le rime, va bene lo stesso. Bello figo, lo zero assoluto della musica, ci prende in giro, ma fa milioni di views. Ci piaceva essere i primi a raccontare questo fenomeno".

 

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