Alessandra Mastronardi, l'attrice rivela: «Sono stata vittima di bullismo»

Fino ai 25 anni non ha avuto il coraggio di scrivere sul documentato di identità che era un’attrice

Alessandra Mastronardi parla degli esordi e di quando è stata vittima di bullismo
Alessandra Mastronardi parla degli esordi e di quando è stata vittima di bullismo
3 Minuti di Lettura
Sabato 2 Aprile 2022, 13:12

Momenti difficili per Alessandra Mastronardi. L'attrice italiana ha dichiarato al Corriere della Sera di aver sofferto di bullismo. Durante gli anni del liceo ha passato momenti difficili: «Recitavo, ero scomoda per i compagni di classe, a un mio spot con Ozpetek regista e Gianni Morandi, e loro mi prendevano in giro, ero abbastanza bullizzata, anche se all’epoca non esisteva questo termine. Mi rubarono il cellulare…L’appiglio erano i genitori».

Leggi anche > Fabrizio Corona "giudice": Belen Rodriguez e Ilary Blasi, cosa ha scritto sulle due showgirl

Infatti, Alessandra iniziò a recitare da giovanissima, all’età di 12 anni, e il suo primo film fu con Barbara D’Urso, il manoscritto di Van Hecken. Però, il suo rapporto con la recitazione è stato particolare, fino ai 25 anni non ha avuto il coraggio di scrivere sul documentato di identità che era un’attrice: «Lo sono diventata sul campo, da autodidatta. Se vai in una scuola di recitazione e sbagli, ti correggono; se sbagli davanti a milioni di telespettatori…Ho avuto la sindrome dell’usurpatrice di ruoli. La mia scuola è stata I Cesaroni , solo che poi crescevo, volevo emanciparmi da quella romanità popolana e folk, mi sentivo sempre rigettata indietro.

Sbagliavo io, ho imparato con gli anni» dichiara l'attrice. 

Nel corso della sua carriera, l’attrice ha avuto l’opportunità di collaborare con star come Woody Allen, George Clooney e Robert Pattinson: «Woody Allen in To Rome With Love era di poche parole ma affilate come un bisturi, cambiò direzione a una scena di cui non era convinto dandomi un bicchiere in mano, fingendomi ubriaca prese un’altra piega; lo spot con George Clooney, beh lui chiamava tutti per nome, fino all’ultimo arrivato, ed è un segno di rispetto; lo stesso che ha avuto Pattinson in Life (sul fotografo che seguiva James Dean) : era sempre sul set, anche nelle scene che non lo riguardavano».  

Largo spazio, invece, all'amore. Dopo la fine della storia con Ross McCall, l'attrice guarda avanti: «Sono una da storie lunghe. Purtroppo non è andata. Ora mi guardo intorno, respiro la primavera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA