«Roulette russa» di Baldwin: l'uccisione della fotografa sul set, svolta nelle indagini. Così la sceneggiatrice accusa l'attore

La sceneggiatrice del film "Tust", Mamie Mitchell, assistita dall'avvocato Gloria Allred. A destra, l'attore Alec Baldwin
La sceneggiatrice del film "Tust", Mamie Mitchell, assistita dall'avvocato Gloria Allred. A destra, l'attore Alec Baldwin
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Giovedì 18 Novembre 2021, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 20:27

Un folle gioco alla "roulette russa". Questo avrebbe provocato la tragedia sul set di "Rust", il 21 ottobre scorso in New Mexico, poco prima delle due di pomeriggio, ora locale, quando la direttrice della fotografia Halyna Hutchins è stata uccisa dall'attore Alec Baldwin con un colpo di pistola. Questa la versione fornita dalla sceneggiatrice, Mamie Mitchell. In sostanza, non era previsto che Baldwin sparasse durante le riprese del film. La sceneggiatura non indicava l'uso di una pistola. Fu proprio Mitchell, dopo l'incidente, a chiamare subito la polizia sul set cinematografico. Una tragedia che vede ora in giudizio lo stesso Baldwin, insieme con i produttori. 

 

 

La pistola usata per gioco e senza controllo

L'avvocato della sceneggiatrice, Gloria Allred, nel corso dell'udienza in cui la sua assistita è stata chiamata a deporre, ha accusato l'attore di «giocare alla roulette russa» (testuale) quando ha sparato con la pistola senza prima controllarla. Baldwin e i produttori del film, che sono stati anche citati nella causa, non hanno ancora commentato, mentre nessuna accusa penale è stata intentata, dato che le autorità stanno ancora indagando sulle riprese del 21 ottobre sul set del film western.

Tre inquadrature, ma senza dover sparare

Mitchell sostiene che la sceneggiatura richiedeva tre inquadrature ravvicinate: una degli occhi di Baldwin, un'altra di una macchia di sangue sulla spalla e una terza del busto, «mentre con la mano raggiungeva la fondina per prendere la pistola - ha spiegato -. Non c'era una scena in cui Baldwin o qualsiasi altra persona avrebbe dovuto sparare». Mitchel si trovava a poco più di un metro di distanza da Baldwin al momento dello sparo. Gli chiederà i danni per lo choc emotivo procuratole. «Rivivo la sparatoria e il rumore dell'esplosione della pistola più e più volte», ha detto ai giornalisti.  Il suo avvocato ha definito il comportamento di attore e produttori come «spericolato», accusando l'uno e gli altri di non aver seguito i protocolli di sicurezza. «Baldwin ha sparato con una pistola senza controllarla o senza che l'addetto alla sicurezza lo facesse in sua presenza.

La possibilità di lesioni o di morte erano una conseguenza probabile». L'attore avrebbe avuto l'arma dall'assistente alla regia, cosa impensabile per un «veterano dell'industria del cinema come lui».

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