Caparezza va in tour e snobba il Festival: «A Sanremo non ci torno»

Caparezza va in tour e snobba il Festival: «A Sanremo non ci torno»
di Costanza Ignazzi
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 15:13 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 17:41

“Prisoner 709”: un nuovo album ma anche la metafora di un periodo difficile da affrontare. «Sto cercando di uscire fuori dalle mie prigioni», dice Michele Salvemini, in arte Caparezza, che da anni combatte contro l'acufene, il fischio nelle orecchie che, spiega è aumentato fino a diventare una tortura. A parte le problematiche di salute, «nella mia testa si erano imbottigliate troppe riflessioni – racconta - probabilmente anche perché ho la fortuna di avere il tempo di farle. Ne sono uscito, tra virgolette, con questo disco». Un lavoro che è un percorso di autoanalisi: come nelle terapie si parte da una situazione di disagio ("Prosopagnosia", la prima traccia), per arrivare all'accettazione ("Prosopagno sia", l'ultima). Nel mezzo si spazia dalla filosofia alla religione, passando per la psicologia e per i Run DMC, la storia del rap. Alla fine, è arrivato il disco di platino.
 



«La mia ispirazione massima – racconta Caparezza– è il disordine. Tutto quello in cui mi imbatto, che leggo, che vivo, è frullato nell'ordine del caos. Ho un mio ordine però, nel disordine che mi porto dietro: ecco perché chi si imbatte in quello che faccio può avere l'impressione che sia un po' ostico. Per andare in fondo alle cose che ho scritto c'è bisogno di ascoltarle più volte». E per i fan i nuovi ascolti sono serviti con la seconda parte del tour nei palazzetti che partirà da Modena il 7 febbraio. Proprio in contemporanea con Sanremo: una vecchia conoscenza per Caparezza che partecipò tra le “Nuove proposte” all'inizio della sua carriera.
 
 


Era il 1997 e all'epoca il cantautore pugliese si faceva chiamare “Mikimix”. Ma al Festival «non ci torno – assicura – ogni anno viene fatto il mio nome e io cerco di far capire che non ci andrò più: ho già dato in passato e con la tv in generale faccio molta fatica, diciamo che la mal sopporto». Cos'è cambiato dall'epoca di “E la notte se ne va”? «Io per prima cosa, sono più adulto e quindi molto meno incosciente. Sono più razionale e malgrado io nutra molto rispetto per molti degli artisti che vanno al Festival e partecipano ai talent, preferisco starne fuori. Per me i talent nella stragrande maggioranza dei casi non funzionano».

Di rapper emergenti da tenere d'occhio però, ce ne sono anche al di fuori del piccolo schermo:
«Rkomi è molto bravo, mi piacerebbe anche collaborare con Mezzosangue. Seguo tantissimo la nuova linfa del rap italiano, l'energia che hanno portato ha ringalluzzito anche chi era più in là con l'età e stava perdendo un attimo la lucidità creativa», ride. Nel disco il brano “Migliora la tua memoria con un click” vede la partecipazione di Max Gazzè: nelle collaborazioni dei sogni invece ci sono Paul McCartney, ma anche Vinicio Capossela. A Roma invece Caparezza tornerà quest'estate con uno spettacolo completamente diverso: la data ancora c'è ma, assicura «sarà uno show nuovo che però manterrà la mia impronta».

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