Il violoncello di Sollima pe la stagione del Petruzzelli

Il violoncello di Sollima pe la stagione del Petruzzelli
di Eraldo MARTUCCI
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Giovedì 10 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:12

È sicuramente tra i più grandi violoncellisti presenti oggi sulla ribalta internazionale. Parliamo di Giovanni Sollima, palermitano di nascita e cittadino del mondo, che oggi alle 20.45 è l’atteso ospite al Petruzzelli della 81esima stagione della Camerata Musicale Barese (info: 080/5211908 e su www.cameratamusicalebarese.it). 

Il Jimi Hendrix del jazz


Giovanni Sollima ha intrapreso da giovanissimo la carriera di violoncellista, attività in seguito affiancata a quella di composer-performer. La sua esperienza internazionale lo ha anche portato a collaborare con importanti registi e scrittori, da Marco Tullio Giordana ad Alessandro Baricco. Il violoncello, nelle sue mani, è uno strumento che, in una perfetta sintesi tra accademia e musiche alternative, è diventato borderline. E infatti anche il programma che eseguirà questa sera è lo specchio perfetto della sua doppia anima d’artista ben espressa dalla celebre etichetta affibbiatagli dal premio Pulitzer Justin Davidson, che lo ha definito il “Jimi Hendrix del violoncello”.

La scaletta

In apertura suonerà un pezzo suo, “Lamentazioni”, a cui seguirà “Tema con variazioni” del compositore finlandese Jean Sibelius. Si proseguirà con due brani tradizionali albanesi, “Arbereshe di Sicilia” e “Moje Bukura More”; e con la Suite n. 5 in do minore Bwv 1011 di Bach, che fa parte delle sei Suites per violoncello solo scritte dal geniale compositore tedesco di cui rappresentano una delle vette sublimi della sua straordinaria arte. E ancora i Tre pezzi per Clarinetto (eseguiti sul violoncello) di Stravinskij, i Capricci n. 6 e 8 del compositore settecentesco Giuseppe Dall’Abaco, e infine due altri suoi brani: “Natural Songbook 1,4,6” e “Fandango after L.

Boccherini”. Programma che suonerà sul violoncello “Francesco Ruggeri” costruito a Cremona nel 1679. «I suoi concerti sono vere e proprie esperienze travolgenti di spettacolo – sottolineano le note di sala - in cui il violoncello diventa protagonista della stessa performance e Sollima il suo burattinaio visionario. Si diverte a fargli assumere identità differenti fino a stravolgerne la fisionomia, così il suo compagno prende vita, recita, canta, danza, piroetta, volteggia a occhi bendati su una fune sospesa nel vuoto, si sperimenta nei salti mortali. E questo succede allo stesso modo quando Sollima suona pezzi suoi o se si confronta con il repertorio tradizionale. Del resto come potrebbe essere diversamente per uno che ha messo su uno squadrone di cento violoncelli con cui occupare strade e piazze, o che gira il mondo talvolta in compagnia di un violoncello di ghiaccio?». 

L'esplorazione tra i generi


Parallelamente all’attività violoncellistica, la sua curiosità lo spinge ad esplorare nuove frontiere nel campo della composizione attraverso contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dell’utilizzo di strumenti antichi, orientali, elettrici e di sua invenzione. Con una particolare predilezione per i Sud del mondo: «La musica del meridione ha lo stesso movimento melodico e un richiamo molto familiare e affabulante». Ed è sempre stato molto intenso il suo rapporto con la Puglia. Per due edizioni è stato infatti maestro concertatore della “Notte della Taranta”, e due anni fa, nella grande corte dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce, è stato protagonista di un bellissimo concerto assieme alla superstar del pianoforte Beatrice Rana e a un ensemble di violoncellisti under 35. 

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