Boomdabash: «In musica o no, narriamo il Salento»

Boomdabash: «In musica o no, narriamo il Salento»
di Ilaria MARINACI
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Martedì 20 Aprile 2021, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 17:27

È un anno intero che non ci sono i live, eppure questi mesi sono stati fra i più prolifici per i Boomdabash, che oltre a sfornare l'ennesimo successo estivo, Karaoke con Alessandra Amoroso hanno pubblicato il loro primo Best Of per i 15 anni di carriera a dicembre e lanciato un singolo, Don't Worry, che è rimasto in cima alle classifiche per settimane. Ora, l'ennesima sorpresa con Salentu d'amare, la guida ironica e divertente, ma anche utile e sorprendente con la quale i salentini doc Biggie Bash e Blazon (di Mesagne) e Payà (di Trepuzzi), e il salentino d'adozione Mr.Ketra (abruzzese) accompagnano i lettori alla scoperta della nostra terra in un viaggio coast to coast fra Ionio e Adriatico.
Salentu d'amare, edito da De Agostini, esce oggi nelle librerie e mette in fila spiagge, vino buono e olio eccezionale, cultura del cibo, ospitalità, famiglia, vita tranquilla e senza stress. La prima presentazione è prevista con un evento on line esclusivo il 28 aprile e vedrà come ospite la Amoroso.
«Strano ma piacevole spiega Biggie Bash, portavoce della band parlare per una volta di un libro e non di un album. Cose diverse ma sempre connesse».
Perché connesse?
«Quando si parla della nostra musica, non si può prescindere da dove e come siamo nati e cresciuti. Tutti i nostri video sono girati qui non per campanilismo, ma per senso di appartenenza. Le nostre canzoni comunicano calore, energia e positività e il Salento è pieno di luoghi che ispirano questi sentimenti. Ora che siamo artisti affermati e popolari, restituiamo alla nostra terra quello che ci ha dato».
Come vi è venuta l'idea di questa guida?
«Ci stavamo pensando già più di un anno fa. Tutto nasce dal voler fare l'ennesimo tributo al Salento perché per noi è stato fondamentale a livello di crescita personale e di identità artistica e musicale. Volevamo fare una guida a 360 gradi e sfatare quella leggenda metropolitana io la chiamo così che per anni ha accompagnato chi veniva qui per la prima volta, ossia che il Salento cominciava a Lecce e finiva a Santa Maria di Leuca. Chi ci visitava con questa convinzione in testa, si precludeva una parte ampia della bellezza e della storia di questa terra. Il Salento inizia in una parte della provincia di Taranto, attraversa quella di Brindisi e arriva fino a tutta quella di Lecce».
Come vi siete divisi il lavoro?
«Abbiamo messo in moto la macchina organizzativa del nostro team e ognuno di noi quattro si è occupato di una determinata zona del territorio, parlando del paesaggio, delle tradizioni, della storia e dell'enogastronomia e intrecciando tutto questo con aneddoti personali e con la storia e la crescita dei Boomdabash».
Tu quale parte del Salento hai raccontato?
«Io mi sono occupato del Brindisino, di Mesagne, prima colonia dei Messapi e città dove la nostra band è nata, del Nord Salento, toccando anche le zone di Maruggio e Manduria. Quelli sono stati i luoghi che più ho frequentato, anche se ci tengo a dire che, al netto della divisione che abbiamo fatto per il libro, noi quattro il Salento lo abbiamo girato davvero tutto».
E Mr.Ketra, lo straniero del gruppo?
«Lui è abruzzese di nascita, ma ormai salentino come noi. Io e lui ci siamo conosciuti all'Università e gli parlai del mio Sound System, proponendogli di conoscere il resto del gruppo, visto che avevo capito che era molto dotato per la produzione musicale. Quindi, Ketra ha avuto in noi un canale privilegiato per scoprire il Salento, dove è stato subito accolto e di cui si è innamorato. Diciamo che gli manca solo la casa qui, ma credo che non manchi molto perché faccia pure questo passo».
Dopo il Best Of e questo libro, quali altre sorprese state preparando?
«Siamo quasi in dirittura d'arrivo con il singolo dell'estate, che quest'anno, non vedrà coinvolta Alessandra impegnata con i suoi progetti. Ma posso anticipare che ci saranno alcune sorprese che nessuno si aspetta».
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