Al via le riprese di "Comandante" con Favino: varo del sommergibile nel bacino dell'Arsenale

Edoardo De Angelis e Pierfrancesco Favino nella foto di Enrico De Luigi
Edoardo De Angelis e Pierfrancesco Favino nella foto di Enrico De Luigi
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Giovedì 10 Novembre 2022, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 21:32

Sono iniziate a Taranto le riprese del nuovo film di Edoardo De Angelis, "Comandante", con Pierfrancesco Favino nel ruolo del Comandante Salvatore Todaro, leggendario eroe dei mari. Tra gli interpreti ci sono anche Massimiliano Rossi (Indivisibili) e Silvia D'Amico (Non essere cattivo). Dal film, scritto da Sandro Veronesi ed Edoardo De Angelis, è tratto un romanzo  che uscirà in libreria il 25 gennaio 2023 edito da Bompiani. Le riprese hanno una durata di 8 settimane e si svolgono tra Taranto e a Roma.

Il Cappellini, varo a Taranto

Per le riprese del film è stato ricostruito in ogni dettaglio il sommergibile Cappellini del 1940, lungo 73 metri per 70 tonnellate di acciaio, ricreato a partire dai progetti trovati nell'Ufficio Storico della Marina Militare.

La sua realizzazione, in collaborazione con Cinecittà, ha coinvolto più di 100 professionisti fra ingegneri, costruttori e artigiani. I lavori sono durati 8 mesi e si sono conclusi con il varo all’interno del bacino dell’arsenale della Marina Militare a Taranto.

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La trama

Durante la Seconda Guerra Mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l'equipaggio italiano. Scoppia una una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.


Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando,  il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

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