La proposta di Al Bano: «Alle Isole Tremiti un faro da dedicare a Lucio Dalla»

La proposta di Al Bano: «Alle Isole Tremiti un faro da dedicare a Lucio Dalla»
di Laura PRANZETTI LOMBARDINI
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Sabato 26 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:17

Agli imbarchi dell’aeroporto di Roma c’è un nugolo di persone che scattano selfie, salutano, sorridono in preda ad un educata eccitazione. Al centro c’è un uomo conl cappello bianco che dispensa senza tregua sorrisi e saluti. Albano Carrisi, classe 1943, passa il controllo, augura alla hostess buon lavoro e risponde ancora alle persone in coda che gli rivolgono la parola. Entra in aereo e lo staff è allineato come un picchetto d’onore improvvisato. La sua presenza attira il sorriso. I suoi occhi azzurri di rara vivacità scrutano gli astanti. È galante con tutti. Sta andando a Genova per presentare un nuovo vino e fare un firma-bottiglie. Sì, esistono i firma copie da parte degli scrittori e, a quanto pare, anche i firma-bottiglie dei produttori di vino. Perché Albano, si sa, non è ‘solo’ un cantante italiano famoso in tutto il mondo ma è anche un serio produttore di vino pugliese.
Albano, la Puglia cos’è per lei?
«È il nido dell’aquila. Penso che il buon Dio si sia divertito a fare qualcosa di bello. C’è un occhio celeste speciale per la Puglia. Alle Tremiti, per esempio, c’è l’isola di Capraia. Su quest’isola c’è un faro distrutto dall’incuria e dal tempo. Abbiamo intenzione di “riattare” questo faro e siccome Lucio Dalla è stato l’uomo che ha fatto molto per le Tremiti, lo dobbiamo ristrutturare e dedicare a lui. Il faro di Lucio. È una bella idea che mi piace molto. Spero che la naturale burocrazia capisca e vada tutto bene».
In questi giorni cosa sta seguendo?
«Una cantina nuova e innovativa pronta per il mese di marzo anche perché la precedente, che era la seconda, è diventata troppo piccola per le attuali esigenze. Produciamo un milione e seicento sessantamila bottiglie ma voglio arrivare a cinque milioni. Così rallegro la gente sia con la buona musica che con un grande vino».
E riguardo la musica, ha nuovi progetti in atto?
Tantissimi (si illumina, ndr). Mi servono solo tre elementi: il primo, la salute. Il secondo, una grande salute. Il terzo, una grandissima salute. Era uscita la falsa notizia che volevo smettere. La verità è che ho dovuto appendere il microfono al chiodo per un problema alle corde vocali. L’ho risolto sorprendentemente. Devo solo fare un ritocchino a gennaio ma penso di rimandare. Aspetto sempre momenti migliori. Comunque io amo vivere e vivere per amare».
Oltre le canzoni, le famiglie e il vino, qual è la sua più grande soddisfazione?
«Avere una bella fede e attraverso la fede fare tutto quello che faccio. Se niente fai niente ottieni. Ho vissuto sia la miseria che la ricchezza. In Puglia ritrovo quella ricchezza di ideali e di umanità che mi fa sempre provare il brivido del vivere. I giovani hanno il loro mondo e io non voglio salire sul pulpito. A meno che non me lo chiedano e allora racconto la mia esperienza di vita che è fatta di momenti bellissimi e terribili. Ma sono più quelli bellissimi».
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