Al Bano: «Pupo in giuria al Sanremo russo? Che rabbia, nella vita servono principi»

"Non so cosa ci sia dietro e non lo voglio neanche sapere. Sono arrabbiato"

Albano: «Pupo in giuria al Sanremo russo? Che rabbia, nella vita servono principi»
Albano: «Pupo in giuria al Sanremo russo? Che rabbia, nella vita servono principi»
di Mattia Marzi
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Domenica 30 Aprile 2023, 11:15

«Questa notizia mi lascia perplesso. Non posso rispondere per Pupo. Non so cosa ci sia dietro e non lo voglio neanche sapere. Sono arrabbiato. Non mi fa piacere sapere che lui andrà lì». Al Bano non fa giri di parole mentre commenta la notizia della partecipazione di Pupo al festival che è stato ribattezzato il “Sanremo russo”. La voce di “Gelato al cioccolato”, da sempre una star in Russia e nei paesi dell’Est Europa, sarà tra i membri della giuria di “Road to Yalta”, il festival della canzone patriottica del Cremlino, la cui finale si svolgerà il 2 maggio al Palazzo di Stato, arena da 6 mila posti costruita all’interno del Cremlino, dove un tempo si tenevano le riunioni del Partito Comunista. Quindici cantanti stranieri duetteranno con altrettanti cantanti russi interpretando classici e canti sovietici di guerra. Enzo Ghinazzi, ha accettato di partecipare come giurato. E la notizia relativa alla presenza di Pupo - il cui l’ufficio stampa fa sapere che il cantante non intende rilasciare dichiarazioni - alla kermesse rischia di rappresentare un serio incidente diplomatico per l’Italia, anche in virtù della posizione che il governo ha assunto nei confronti dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E anche perché nel video di presentazione Pupo duetta sulle note di “Bella ciao” insieme al conduttore. 

Pupo al "Sanremo" della Russia, il cantante in giuria al festival della canzone patriottica del Cremlino

Cosa ne pensa della scelta di Pupo, Al Bano? 

«Non ne sapevo proprio niente, di questa faccenda.

Ho appreso la notizia solo adesso e sono basito. Pupo è libero di fare ciò che vuole, indubbiamente. Ma bisogna chiedersi davvero se sia opportuno, in questo momento, andare a fare le star in Russia». 

Ha intenzione di fare una telefonata al suo amico Pupo, magari per convincerlo a ripensarci? 

«No, certo che no. Ha fatto le sue scelte. Non le condivido per niente, ma più che rimanere perplesso per il fatto che un collega abbia accettato un ingaggio da parte di un paese il cui governo ha iniziato una guerra che da più di un anno causa vittime innocenti, cosa posso fare? Me ne rimango qui, in attesa che la diplomazia blocchi questo passaggio tragico per la storia dell’umanità. E quando sarà il momento opportuno, sarò ben felice di fare due concerti per festeggiare la pace: uno a Kiev e uno nella Piazza Rossa di Mosca». 

Lei ha ricevuto richieste da Mosca e dintorni, da quando è scoppiata la guerra? 

«Tantissime. L’ultima volta che mi sono esibito in Russia è stato quattro anni fa, prima del Covid. Avevo in programma diversi concerti a Mosca e a San Pietroburgo nell’autunno dello scorso anno, ma ho cancellato tutte le date per protesta. Mi è sembrata la scelta più giusta e più umana. Di principio, soprattutto. E ho fatto una promessa». 

Quale? 

«Non metterò piede in Russia fino a quando non sarà siglata la pace con l’Ucraina. E ci tengo a sottolineare una cosa». 

Prego.

«La mia è una reazione contro le scelte di Putin in questo momento. Non contro il popolo russo, che rimane un popolo straordinario, da amare, e al quale io personalmente devo moltissimo. Nella vita uno deve avere anche dei principi, però». 

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